La caccia

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Oggi qualcuno morirà.
Cammino sulla banchina della metropolitana facendomi strada tra la folla in attesa. La gente mi guarda con indifferenza o neppure mi nota. Sono solo pecore, non conoscono quali pensieri infiammano la mia mente, non sanno che chi li osserva e giudica è un assassino in cerca della sua vittima. Io so celare la mia natura di predatore, la mia anima è un pozzo nero sotto la cui crosta indurita ribolle un gas di brama e ferocia ormai prossimo a esplodere.
Dei capelli rosso-fuoco attirano la mia attenzione; io adoro il rosso. Mi fermo dietro alla ragazza e mi lascio inebriare dal suo odore selvaggio. Lo sguardo va alla curva del sedere; a stento controllo l'impulso a insinuare la mano in quell'abisso colmo di calde promesse. Il mio inguine pulsa impaziente; è lei che cercavo, quante cose dolci le farò!
La seguo fino a una villetta in periferia; quando il sole tramonta, preparo il coltello e scavalco. La porta di casa non è chiusa a chiave: sarà il suo ultimo errore. Dentro c'è un silenzio di tomba, tutte le luci accese ma nessuna traccia della ragazza. Continuo a girare tra le stanze vuote finché dietro una porta socchiusa trovo una scala che dà su una cantina buia; dal basso provengono dei suoni indistinti e una fioca luminosità. Scendo senza fare rumore pronto a colpire, ma mi blocco sull'ultimo gradino: c'è un altare di pietra illuminato da centinaia di candele nere. D'improvviso e senza un motivo crollo a terra, un burattino cui hanno tagliato i fili. Non capisco cosa succede, sono cosciente ma non riesco a rialzarmi, non riesco a muovermi, posso solo restare a fissare i simboli dipinti rozzamente sulle pareti. Sento un passo pesante scendere le scale.
Oggi qualcuno morirà.

Andrea Aspesi