Piccolina

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

"Non sei stata già troppo fuori per oggi, piccolina? Dai, vieni, è ora di rientrare. Non vorrei che prendessi troppo freddo."
La sollevò delicatamente, rientrò in casa e chiuse la porta-finestra.
"Tra poco arriverà la mamma. Sei contenta?"
Lei stava immobile e silenziosa davanti a lui con la solita aria serena e indifferente.
Andò in cucina a prendere qualcosa da darle da bere. Prese anche le forbici, perché un'idea gli era balenata in mente. Era un'idea che gli ronzava in testa già da qualche tempo.
"Ora che hai bevuto, fa la brava che facciamo un giochino."
La appoggiò su una sedia e si inginocchiò davanti a lei. Con la mano sinistra la accarezzava lentamente.
"Forse ti farà un po' male, ma non è niente. Sta tranquilla."
La fissò ancora, intensamente, prima di cominciare. Era la prima volta che lo faceva. La toccò piano, la scosse delicatamente, si chinò su di lei inspirandone il profumo di vita, di giovinezza, di innocenza.

Le forbici balenavano scintillanti come snelle gambe di ballerina nella sua mano destra nella luce rossastra del sole cadente. Mosse quegli artigli infuocati verso di lei. Sempre più vicino. La sfiorò. Li allontanò ancora. Lei era immobile, apparentemente impassibile. Ancora più vicino, fino a toccarla. Sembrò rabbrividire al contatto con il freddo metallo.
Poi le sue dita si chiusero di scatto e con esse le lame delle forbici sulla morbida materia vivente, e un piccolo pezzo di vita cadde per terra, leggermente, senza far rumore.
Aveva appena cominciato quando sentì la porta aprirsi.
"Ciao. Mi sono fermata sul pianerottolo a chiacchierare con la vicina. Ma tu con chi stavi parlando prima?"
"Oh, niente. Sai che che parlo sempre con la mia piantina, no? Ho deciso di potarla."

Mauro Manessi

Sono da sempre un grande appassionato di letteratura horror soprattutto nella forma del racconto breve. Ho 27 anni, vivo a Bergamo, sono laureato in scienze politiche e attualmente lavoro in biblioteca. Non sono più un ragazzino, ma di fronte ad un racconto o ad un bel film dell'orrore mi sembra sempre di tornare bambino. W la fantasia, allora, i sogni e... perchè no? Gli incubi!