Momento sublime

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Verranno a cercarmi schiere di angeli vendicatori assetati di morte. Ma non posso sottrarmi agli impulsi ossessivi inviati dal cervello, incapace di resistere alla visione di quella piccola creatura così vicina e tremante. La paura tangibile zampillante da ogni poro accresceva il desiderio di averla. L' intero mio corpo fremeva e si permeava di quel terrore infantile che fortificava le membra, impegnate nel moto inesorabile e lento guidato da un filo invisibile, che ormai ci univa in un destino comune, intriso dall'eccitazione palpitante, incontenibile, pronta ad esplodere dirompente come eruzione di vulcano da tempo sopito.
La distanza fra me e lei scemava, mentre aumentavano pulsazioni di panico emanate da quel corpicino indifeso, implorante pietà, fino al Momento sublime, scopo di vita ineluttabile nell'arco di ogni giorno trascorso in questo mondo feroce.
Baleno di sangue, sangue di bambina candida e ingenua, versato per placare il desiderio ancestrale, lo stimolo che sale dal ventre crescendo, fino ad insinuarsi nella mente erodendone i centri nervosi, in attesa di sfogo. L'adrenalina attenua le scariche, il desiderio finalmente appagato dalla cruenta spirale di sangue e carne lentamente svanisce, come incubo dissolto dalle luci dell'alba, in attesa del prossimo Momento sublime che mai nascerà.

Le armi dei vendicatori faranno scempio del mio corpo, l'odio misto a dolore profondo scatenerà la furia omicida e nessun tribunale mi chiederà di giustificare quei Momenti sublimi. Di quella stessa natura che è anche condanna, la territorialità che mi impone di cercare altre vittime in questo luogo dannato, andando incontro alla morte che attende al varco; la vedo, la sento, proprio mentre il mio corpo è trafitto da gelide lame di arpioni.

 

Dalla prima pagina di un quotidiano:
…Ucciso il terribile squalo bianco che martedì aveva sbranato a pochi metri dalla spiaggia la piccola Cristina Rossi…

Francesco Cicogna