Scheletri

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Era una notte buia e tempestosa, un'inquietudine sottile e un odioso vento ululante mi impedivano di chiudere occhio.
Decisi di andare a vedere se i miei figli almeno loro riuscivano a dormire, non si erano ancora ripresi dalla morte della madre....
E infatti non li trovai nella loro cameretta, pensai che probabilmente si erano ancora una volta rifugiati nella capanna del giardino, andai a cercarli, guardando fuori notai che gli alberi erano diventati improvvisamente spogli, come se l'autunno fosse arrivato in una sola notte; sciami di foglie turbinavano intorno ai rami, spinte dal vento: questo fatto inspiegabile aumentò la mia inquietudine.
Non potei resistere alla forte tentazione di sospingermi prima fino alla tomba di mia moglie e lì cercare pace e consiglio, come ormai facevo da qualche tempo...
Ma ahimé, fui sconvolto da ciò che vidi poiché la lapide era divelta e la tomba vuota!

Un sentimento di orrore si impadronì di me e non sapevo proprio cosa pensare, quando udii una musica: una cantilena ritmica e - in stridente contrasto con quello scenario - anche "allegra"...
Ne seguii le note e quello che vidi dopo andava oltre ogni possibile immaginazione.
Poco più in là infatti, danzavano in cerchio, tenendosi per mano, due piccoli scheletri umani e uno più grande.
Vi riconobbi le figure dei bambini e della mia povera e cara moglie!
Feci per alzare una mano per coprirmi gli occhi e togliere alla vista quello spettacolo spaventoso e tuttavia a suo modo confortante, quando fui assalito da un gelo violento e innaturale: la mia mano si dissolse davanti ai miei occhi, al suo posto comparve un insieme di ossa bianche e splendenti...
... ora anch'io ero diventato uno scheletro.

Elena Fiorica

Nata a Milano un discreto numero di anni fa, vissuta qua e là nel mondo. Fan dei Placebo. Quando non cerco lavoro, scrivo per diletto e per non pensare ad altro.