Una notte di fine estate

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Accidenti a me e a quando ho deciso di tornare a casa da solo in bicicletta in piena notte. Pure il fanale mi si doveva rompere. Non si vede neanche dove inizia il fosso.
Ed ora dove sono. Fammi pensare un attimo. Devo aver sbagliato strada all’ultimo incrocio. Ma come cavolo si fa ad abitare in campagna! Neanche un lampione! Accidenti ed ancora accidenti!
Mi sa che mi conviene proseguire a piedi, prima di cadere e farmi male. Almeno con i piedi riesco a sentire dove finisce l’asfalto.
Vedo due fanali: meno male sta arrivando una macchina.
- Ehi! Si fermi per favore… mi scusi. Mi devo essere perso. Con il fanale della bicicletta rotto non riesco nemmeno a capire dove sto andando. –
Che occhi strani ha questa donna. Non ho mai visto degli occhi così grandi e di un giallo così intenso. Non riesco a fare a meno di fissarla …

- Mi segua le farò strada fin sulla provinciale così potrà orientarsi.
Mi sento improvvisamente più calmo e pervaso da una sensazione di leggerezza. La sento fissarmi. Vedo solo il bagliore giallo del suo sguardo. La seguo senza esitare…
Non so per quanto tempo ho pedalato e in che direzione. Da quando ci siamo fermati (ma ci siamo poi mossi?), è come se mi fossi risvegliato da un lungo sonno, con l’amaro in bocca.
Davanti a me nessuna macchina, solo i due enormi occhi gialli. Un odore putrido mi stordisce all’apparire di due lunghe zanne bianche, mentre qualche cosa di viscido mi avvolge completamente il corpo. Il dolore acuto che provo mentre i denti arcuati affondano nella mia carne si affievolisce a poco a poco. Ora non provo più dolore, non riesco più a muovermi, non ho più una mia volontà, ora, mentre mi sta divorando…

Sandra Allegri

Sono diplomata in ragioneria e attualmente lavoro come impiegata.