Una domenica come le altre

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

mi pare di vederlo ancora lì, il corpo ritratto verso terra, l'acqua del fiume rapida e violenta, che lo sfiora appena, le mani intorpidite dal freddo, coperte di melma. Rimango per un breve istante a guardare quest'individuo senza identità e provo ad immaginare chi possa essere, il corpo è in stato d'avanzata putrefazione, emana un cattivo odore, che fa rivoltare lo stomaco. Non so più come fermare la tetraggine attonita di quest'istantanea. Mi scosto per evitare che casualmente, possiamo toccarci. La vista dell'acqua m'incute sgomento. Il crepitio delle foglie al vento, sono lamenti, sembra un continuo dibattersi di corpi in lotta, che diventa con il passare del tempo, oppressione intollerabile.
Cammino da sette giorni e sette notti; vago per le vie del paese, in mezzo alla campagna, con la mente confusa in cento, mille pensieri. Adesso, dopo un tempo a me sconfinato, non dimentico il profumo di rose e il contatto dei petali sulle mie mani contratte dal dolore, il giorno in cui hanno portato il corpo di Maria lontano da me. La vedo, distesa sopra al letto di marmo freddo, con le manine rattrappite, con il vestitino bianco pallido, come il suo viso spento alla vita. Da lì la vista non ha percepito più niente.
Non voglio fare la fine di questo poveraccio. Chissà come c'è finito qua giù! Forse è scivolato dalla strada, oppure è stato rapinato, e poi fatto cadere nel fiume, impossibile, per com'è vestito, deve essere un povero disgraziato, senza un quattrino. Indossa una tuta sportiva. Ha un tatuaggio al braccio destro, raffigurante un drago… ODDIO!

LA GAZZETTA LOCALE
Ieri è stato ritrovato il corpo senza vita dell'Ing. Marco Silvani. Dopo sette giorni d'assidue ricerche, il cadavere è stato scoperto vicino la riva del fiume Sella… Probabile suicidio...

Fabiola Lucidi