Se vedete un fantasma, non esitate a chiamarmi

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

I cimiteri sono frequentati solo dai vivi, perciò è evidente che i morti dimorino altrove.
Ho visitato tutti i castelli in cui è stata murata viva qualche nobile adultera, le segrete dove sono stati torturati a morte centinaia di innocenti e i cortili ancora macchiati dal sangue degli uomini consegnati alla scure del boia per aver detto una parola di troppo: nessuno spettro in cerca di giustizia o vendetta si è voluto mostrare ai miei occhi.
Non mi sono scoraggiato. Ho pensato che forse le anime in pena con il passare del tempo riescono a trovare la pace, perciò dovevo cercare luoghi che erano stati teatro di crimini recenti, per esempio nelle case in cui padri disperati avevano accoltellato moglie e figli, o bambini erano stati soffocati da madri uscite di senno. Neanche lì però i fantasmi sono venuti a raccontarmi le loro tragiche storie.

Di nuovo non mi sono dato per vinto. Ci sono decine di guerre che la televisione dimentica e in cui uomini massacrano altri uomini in nome di antiche religioni o nuove idee politiche, per un pezzo di terra o solo per fame. Ho seguito soldati e guerriglieri fino alle fosse comuni che avevano scavato, ma vi ho trovato solo cadaveri, poveri corpi per sempre abbandonati dalle anime che li avevano abitati.
Avevo un'ultima speranza: entrare negli ospedali e cercare le camere dei moribondi, in attesa dell'attimo esatto in cui lo spirito si separa dalla carne che lo imprigiona. Ho assistito così a centinaia di trapassi, muto testimone di una Morte che all'apparenza mai ha aperto le porte a un'altra vita. Eppure sono convinto che non sia la fine di tutto, perciò, se vedete un fantasma, non esitate a chiamarmi.
Non vedo l'ora di fare due chiacchiere con un mio simile.

Biancamaria Massaro