La prima volta

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Jimmy entrò nel locale con lo sguardo smarrito. Da più di trenta ore era "tornato" e la voglia di bere era ormai irrefrenabile.
Forse avrebbe rimorchiato una cameriera, visto che non c’era più molta gente a quell’ora.
Un tipo dietro al bancone urlò ad una bella bruna di correre in magazzino a recuperare il brandy.
Ecco IL MOMENTO. Jimmy iniziò a sudare freddo (l’unico modo in cui poteva sudare, del resto).
Lentamente la seguì.
La cameriera armeggiava tra le scatole. Jimmy le fu addosso.
"Se urli t’ammazzo!" (banale ma efficace).
"Ora ci spostiamo di là e guai se sento un solo rumore". Andava prefettamente!

Jimmy cercò il punto giusto… Non bisogna dare per scontato che un vampiro conosca perfettamente l’anatomia umana.
L’odore della donna gli diede il coraggio di iniziare. Morse e in bocca sentì solo un frammento di pelle e subito dopo poche gocce di sangue.
La bruna tentò di urlare. Jimmy la tramortì poi fece scorrere le dita sul suo collo. Ecco il battito dell’arteria… la porta del suo primo successo.
Il sangue gli riempì la bocca, glì sciacquò la gola.
Non voleva esagerare, la sua "prima volta" non doveva morire.
A malincuore smise.
Entrò nella toilette e prese alcune margherite dal vaso.
Strappò un pezzo di carta e con il sangue che ancora gli bagnava le mani scrisse: "Grazie".
Posò fiori e carta accanto alla donna.
Di lì a poco un furente barista sarebbe sceso a cercarla.
Di lì a poco ci sarebbe stato panico.
Jimmy uscì.
Dietro di lui sentì le urla.
Dai suoi occhi una lacrima cercò di scendere giù, ma fu ricacciata indietro dal suo primo vero sorriso infernale.

Cristina Risso