Il morbo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Ieri sera ho pregato gli Dei. Ancora.
Nonostante questo il male continua ad avanzare, inesorabile. Lo vedo negli occhi delle mie compagne ammorbate, lo sguardo perso nel vuoto, l'incedere barcollante che mi fa disperare l'attesa di un aiuto. Ma non è sempre stato così.
Non molto tempo fa la vita era diversa, lo scorrere delle stagioni costante, il cibo abbondante e gli Dei dalla nostra parte. Tutto era come doveva essere e come era sempre stato sin dalla notte dei tempi. E nessuno aveva mai desiderato altro di meglio dalla propria vita.
Mia madre mi raccontò del passato, di quando io venni alla luce insieme a mia sorella. Fu un giorno di festa, di una felicità semplice e perfetta, con la benedizione degli Dei che vigilavano attenti su di noi.
Poi qualcosa si guastò.
Anche mia sorella si è ammalata. L'ho vista venire verso di me senza guardarmi, mentre le gambe cedevano sotto il suo peso facendola crollare e rialzare in preda ad un tremore incontrollabile. Ho sentito l'orrore che distintamente mi sfiorava, accarezzandomi lievemente con il suo tocco freddo.

Ho pensato ai miei figli, ho pensato a tutta la nostra gente. E' un supplizio che non ci meritavamo e che non ci saremmo mai aspettati. Una punizione per dei peccati che non abbiamo commesso.
Ed ora non posso che aspettare il mio turno, anche se fin'ora il morbo mi ha risparmiata. Mi è stato concesso il terribile privilegio di assistere alla fine della mia specie.
Mi sono sforzata, ho cercato con tutte le mie forze di capire ma tutt'ora il disegno degli Dei mi è incomprensibile.
Dunque rispetterò il loro volere, ringrazierò anche oggi per il cibo che mi è stato concesso, anche se si tratta della carne dei miei fratelli e delle mie sorelle.

Fabrizio Fassio

Scrittore e sceneggiatore per diletto, nato e cresciuto a Torino, amante di letteratura horror, noir e fantastica in genere; attualmente responsabile di redazione della webzine Cartaigienicaweb.it.