Il cacciatore

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

La mano corse velocemente sotto il cuscino afferrando il punteruolo.
La stanza era immersa in una penombra intrisa del profumo della corona d’aglio appesa ad un braccio del lampadario. Il rumore del suo respiro riempiva il silenzio della stanza, in ondate crescenti e decrescenti, ritmando la sua paura. Il legno solido, ruvido, gli diede un po’ più di  sicurezza. Quel tanto che bastava per scivolare giù dal letto e guardarsi intorno scrutando ogni angolo. Ancora sotto l’effetto delle trame oniriche che da mesi ormai lo consumavano dall’interno, si fece forza e si trascinò verso il bagno.
Il neon sopra lo specchio incrinato lo dipinse come un uomo senza speranze, precocemente invecchiato dall’alternarsi degli eventi. Il paletto depositato sopra la ceramica ingiallita del lavabo, in quell’hotel a ore disperso nel deserto, riassumeva settimane di caccia. Una caccia dove preda e cacciatore si confondevano al calare della bruma.

Dentro lo specchio il sorriso di una bambina con i suoi stessi occhi, riaprì ferite mai rimarginate, e dentro lo stesso specchio, il volto di un padre in balia della propria vendetta risultò esangue e inaridito. Sangue rosso correva nei suoi pensieri, sangue nero perseguitava i suoi sogni e un ghigno incancellabile sembrava marchiato a fuoco sulla sua retina. Lo avrebbe preso, qualsiasi cosa fosse quell’essere che aveva strappato alla vita una bambina di soli sei anni. La sua bambina. Chiuse gli occhi mentre la mente, imbevuta di ricordi di bambole di pezza e vestitini a fiori, si contorceva nel desiderio di trovare il responsabile del suo dolore per farne uno scempio.
Quando le iridi videro nuovamente la luce il ghigno famelico si specchiava insieme al suo, immutato nella sua mostruosità e impertinente da dietro le sue spalle. La mano graffiò la ceramica consunta alla ricerca di quel paletto di legno ormai scomparso, mentre due canini bianchissimi rovistavano alla ricerca della sua giugulare.

Stefania Costi