Alla fine di un freddo inverno

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

Il giovane prete guardo', desolato, fuori dalla finestrella della canonica: la neve continuava a scendere, nonostante si fosse alla fine dell'inverno, e aveva coperto del tutto il piccolo cimitero, dal quale spuntavano a stento alcune croci; era giunto da poco in quello sperduto paese dell'Appennino, dove il secondo millennio non era mai arrivato e la solitudine lo opprimeva come un macigno. Ormai scendeva la notte, cosi' decise di infilarsi nel letto, per avere un po' di calore; si addormento' subito, ma fu risvegliato da forti colpi alla porta della canonica; corse ad aprire: di fronte a lui, coperta da un lungo mantello scuro, stava una ragazza sconosciuta, bellissima, gli occhi verdi splendenti sotto il cappuccio.

Con voce roca gli chiese se poteva entrare, la notte era fredda, e lei si era perduta; il giovane prete si fece da parte e richiuse la porta; "mi chiamo Mariana R.", disse lei; poi abbandonato il mantello, lo prese per mano, si diresse al misero letto e in un attimo fu nuda, "ho freddo,s caldami" imploro'; il prete resto' immobile, mentre un cupo terrore gli attanagliava le viscere; ma presto fu preso da un desiderio folle per quella donna, gli costasse pure l'anima, voleva quel seno ricolmo, quelle cosce invitanti; fecero l'amore tutta la notte e lei lo trasporto' nel suo splendido palazzo, dove brillavano l'oro e l'argento e le lenzuola erano di seta: il corpo della donna era caldo, profumato, morbido, esigente; non seppe mai quanto duro' quella notte; quando si sveglio', nel suo letto di ferro, era solo; confuso, fece per alzarsi, ma una strana spossatezza lo invase: tossi, piu' volte, e sul lenzuolo comparvero macchie rosse, che parevano fiori ;allora guardo' fuori dalla finestra: era iniziato il disgelo, ricomparivano le lapidi del cimitero; una, in particolare, lo attirava, doveva uscire, vedere... Barcollando si trascino' fino a quel marmo e lesse un nome: Mariana R. e le date 1774-1793; allora capi', e ricomincio' a tossire, mentre il suo sangue ornava di garofani rossi la tomba del suo unico amore.

Enrica Duce