From hell (Jack 2003)

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2

In piedi, l'uomo stava pulendo la lama con un fazzoletto bianco.
"Non trovi che Londra mantenga da sempre un certo fascino?" domandò alla ragazza distesa ai suoi piedi. Sanguinava da un fianco, e si teneva il moncherino delle quattro dita della mano sinistra.
"Lasciami… ti prego" bisbigliò la ragazza, tra i singhiozzi. L'uomo finì di pulire la lama, e ripose il fazzoletto insanguinato nella borsa, assieme agli altri strumenti. Poi si avvicinò, fissandola dal buio. La ragazza si ritrasse sino a sbattere la schiena contro il muro. Il lampione rivelò il volto dell'uomo. Sulla quarantina, con un po' di capelli bianchi sulle tempie. Un uomo ancora bello, dall'aspetto e dai modi affascinanti. Quello che aveva subito pensato la ragazza.
Indossava un impermeabile verde, chiazzato di sangue all'altezza del petto e dello stomaco. Si inginocchiò, e portò il viso a pochi centimetri da quello di lei.
"Non siamo in un mondo di buoni, mia povera creatura. Dall'Inferno veniamo…" e un lampo argenteo balenò nella semi oscurità.

Lei non si accorse subito della sua gola aperta sino a quando sentì un fluido caldo che le scendeva sul corpo, e andava a inzuppare i suoi miseri vestiti. Automaticamente si portò la mano alla gola, e sentì la carne esposta all'aria. Gorgogliò, poi cadde in avanti nella pozza del suo stesso sangue. Qualche convulsione scosse il suo corpo, poi spirò.
L'uomo fissò il corpo per qualche istante, poi si alzò andò a pulire di nuovo la lama, con un fazzoletto nuovo. Amava l'ordine e la pulizia. Si girò, e fissò intensamente gli occhi sbarrati della ragazza. Poi disse: "Molte altre seguiranno il tuo destino. Fino alla fine dell'universo." Chiuse la borsa, e si avviò nell'oscurità delle strade. C'era ancora molto lavoro da fare.

Smaniotto Maxence