La Notte della Mietitura

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

Vincenzo si svegliò per la sete. Deambulò insonnolito in cucina, dove scoprì un individuo ammantato di nero intento a frugare nel frigorifero.
"Chi sei?" chiese.
L'individuo si voltò, mostrandogli il proprio volto scheletrico e sorridente; impugnò una falce appoggiata lì vicino e disse: "Sono il Triste Mietitore."
"Non sembri triste," replicò Vincenzo.
"E' perché adoro il mio lavoro, inoltre questo salame è la morte mia..." rispose l'intruso mettendosi in bocca quel che rimaneva di un salamino.
"Sei qui per me?" chiese Vincenzo impaurito.
"Naaaaaa, tranquillo. Per tua moglie" rispose l'altro masticando soddisfatto.
"Mia moglie?"
"Sì"
Vincenzo gongolò. Avrebbe finalmente ereditato tutto. Sarebbe tornato libero.
"E' arrivata la sua ora?" chiese.

"Sì. Anche se la cosa non dovrebbe sorprenderti, giusto? Detto tra noi, devi avere qualche depravazione sessuale per esserti sposato un'ottantenne."
"Ottantenne? Mia moglie ha trent'anni!"
"Trenta? Occazzo... ma questo non è l'appartamento B al terzo piano del civico 37 di via Mazzini?" chiese il Mietitore.
"Siamo al quarto piano del 39!"
"Minchia... allora al CED devono aver fatto casini col database. O hanno sbagliato alle spedizioni... Ascolta, mi spiace per l'intrusione e per il salame..."
"Nessun problema."
"Amici come prima?"
"Tranquillo... solo una cosa, cos'è quello?" chiese Vincenzo indicando il numero 7666 stampato in bianco sulla mantella del Mietitore.
"E' il mio identificativo. Cosa credi, di Triste Mietitore non ce n'è solo uno, altrimenti chi lo sentiva il sindacato?" rispose; poi svanì nel nulla.
Vincenzo rimase deluso. Con tutto il veleno che aveva somministrato di nascosto a sua moglie negli ultimi mesi aveva sperato che quella fosse finalmente la notte buona, invece...
Bevve dell'acqua, poi andò a scaricarsi in bagno. Vi trovò un individuo dal sorridente volto scheletrico che stava pisciando.
Esultò. La speranza era tornata.
Poi vide il numero sulla mantella: 4784.
Poi non vide più nulla.

Alec Valschi