La Maledizione del Sognatore Solitario

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

Mi sveglio su un Veliero Nero deserto e naufragante, nell'oscurità più pura.
Non un alito di vento mi sfiora, ma il vascello fila sulle onde come un richiamo per l'inferno.
Braci accese d'occhi d'esseri giganteschi appaiono a tratti; fissano la nave, ma senza attaccarla, quasi ne avvertissero la maledizione.
E i razzi di segnalazione che provo a lanciare si spengono contro la volta del cielo come schioccati secchi da lingue di rettili saettanti.

Finché il cielo si spalanca, e ci sono le stelle, filo spinato di stelle contro il cielo nudo, e sotto le stelle le luci di una città, come cocci di bottiglia.
La nave si è arenata dove stagnano odore acre dolciastro d'animali morti, bave di detergenti, veli di plastica soffocanti.
Gli esseri giganteschi sono ratti irsuti. L'approdo una discarica. E il Vascello un veliero in bottiglia…
Cosi', che io dorma o vegli, vago prigioniero d'una dimensione corsara e uterina; le mie stesse vele, nate per respirare il vento, m'impediscono di uscire da questo silenzio di cristallo...

Fabio Degan