La carezza del muschio nero

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

La prima immagine che vide, dopo aver ripreso conoscenza, fu quella del vomito che lento e vischioso gli scendeva sul petto. Milo aveva le gambe spezzate, ma stranamente non sentiva dolore. La Fiat 500, dopo il violento scarto a destra cui era seguito un vorticoso testacoda, era precipitata in quel canale d'acqua putrescente ed ora Milo si trovava lì, sperduto nell'umida pianura padana, incastrato in quella cazzo di macchina, senza alcuna possibilità di chiedere aiuto, mentre il livello dell'acqua, all'interno dell'abitacolo, stava salendo con preoccupante velocità.
Tutto attorno silenzio.
Il canale era sufficientemente profondo da celare l'auto alla vista dei pochi automobilisti, che a quell'ora della notte sarebbero transitati sulla strada sovrastante. Milo respirava a fatica, l'impatto gli aveva procurato inevitabili lesioni interne. <Meglio non muoversi... qualcuno verrà a soccorrermi!>, pensò.
Svenne, si riprese, svenne nuovamente e poi nuovamente riprese conoscenza. Non aveva idea di quanto tempo avesse trascorso in quello stato, ma di colpo il dolore iniziò a farsi sentire; fitte lancinanti alle gambe e ad un polmone. Sputò neri grumi di sangue e poco dopo vomitò per la seconda volta.

Improvvisamente un fruscio nell'erba. <C'è qualcuno? Aiuto!> Dal parabrezza infranto vide un'ombra. Sulle prime non riuscì a distinguere la figura che si muoveva strisciando a pelo d'acqua. Quella... cosa, con il corpo ricoperto da uno spesso strato di muschio nero, strisciò sul cofano e calandosi dal cruscotto giunse a pochi centimetri dal volto del ragazzo.
< Ma che diavolo... Dio mio che cazzo è?!>, sussurrò Milo.
<Una vita ti è stata data ma tu, amico mio, nell'alcool l'hai sprecata! Io sono colui che recupera anime... le recupero per la mia nera padrona...>, sibilò la creatura carezzando, con la sua mucida mano, la testa del ragazzo. Istantaneamente il giovane cuore di Milo cessò di battere e la pianura ripiombò nel suo notturno silenzio.

Simone Conti