L'ultimo degli umani

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

E' accaduto qualcosa. Qualcosa di devastante e cosmico, un evento che ha sconvolto l'intero pianeta e adesso, io, sono l'ultimo uomo vivente rimasto sulla faccia della Terra.
Potrebbe sembrare un luogo comune, uno dei tanti incipit delle storie di fantascienza o dell'orrore lette in passato. Purtroppo non è così. Sono davvero l'ultimo esemplare di un'umanità oramai estinta, fatta eccezione per il sottoscritto, naturalmente.
E allora, idioti, non vi chiedete a chi stia raccontando tutto questo se non c'è rimasto più nessuno ad ascoltarmi?
Sono questi strani esseri che mi stanno attorno, con cui sto tentando freneticamente di comunicare. In una stanza che ha tutta l'aria di essere una specie di laboratorio in cui "loro" si aggirano indaffaratissimi e con l'atteggiamento di chi stia studiando un animale raro in via di estinzione.

Gesticolano con particolari strumenti, alcuni dei quali dotati di un aspetto piuttosto sinistro; tutti, comunque, assai affilati. E se la mia situazione non fosse così drammatica, infatti sono legato, potrei anche essere invogliato a ridere dell'aspetto tragicomico di questi esseri, del tutto somiglianti a goffi insetti di una specie fra le più ributtanti che si siano mai viste. Bisogna tuttavia ammettere che si sono rivelati molto intelligenti, tanto da riuscire ad invadere il nostro pianeta sterminandoci senza pietà. Fatta eccezione per il sottoscritto, naturalmente.
Non so per quale motivo mi abbiano lasciato in vita. Perché proprio io? Forse si tratta di un caso, una fortuita coincidenza, ma ciò che più mi preoccupa è lo scopo. Con uno sforzo di fantasia potrei arrivare ad intuirlo; ma non ci voglio assolutamente pensare! Non adesso…
Io sono l'ultimo uomo rimasto sulla faccia della Terra, ma non per molto, temo...

Giuseppe Agnoletti