Risveglio notturno

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

Quando si ridestò nel ventre della notte – sempre un’ora sospesa e desolata – X. ebbe in un primo momento la stravagante sensazione di non essere riemerso alla realtà, ma di essere riuscito, attraverso un percorso esoterico subito rimosso, a compiere un salto percettivo sufficiente a mutare completamente lo scenario confuso dei sogni che erano preceduti. Nell’attesa di stabilire quale delle due alternative fosse preferibile, se una nuova immersione nella fase REM o lo smarrimento del risveglio, se ne rimase immobile, gli occhi socchiusi a filtrare pigramente la gelida luce della strada.
Standosene così, fermo, a raccogliere le energie residue alla deriva nel suo corpo, X. venne invaso da una singolare alterazione sensoriale, e gli parve subito di scivolare nuovamente lungo il gradiente del sonno. Il procedere del tempo fu immediatamente strappato all’usuale riferimento cardinale dei minuti e dei secondi, per essere sbalzato in una dimensione priva di quantificazioni. Fu una tenebra popolata di suoni familiari ma distorti al punto da sembrare totalmente alieni: lo scroscio della pioggia fuso ai sussulti elettrici del frigorifero, il ronzio dello stereo in stand-by digradante nello sciabordio dei pneumatici sulla tangenziale.

X. si lasciò cullare da quel rumore bianco pervasivo e indelebile, sentendosi strano.
Un turbinio di messaggi subliminali sgorgati da chissà quale entomorfica cavità gutturale lo costrinse a sbarrare gli occhi. E allora realizzò l’orrore che si era compiuto attorno a lui durante il sonno. Un cancro di metallo aveva rivestito le pareti del suo nido, secreto dalle sue stesse ghiandole. Operatori insettoidi si muovevano industriosi tutt’intorno a lui, attraverso le gallerie dell’alveare.
<<Il metallo è messo a regola d’arte>> sentenziò una voce invadente e remota.
E X. avrebbe voluto urlare. Urlare e piangere dalla disperazione. Ma non aveva più una voce umana, né lacrime da versare.
Avrebbero potuto nuocere alle sue nuove metalliche membra.

Giovanni De Matteo