Il fiume

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003

Dario e Humberto parlavano intorno al fuoco...
Era stato divertente terrorizzare Giulia con storie di maniaci, vampiri e lupi mannari ma ora, rimasti soli dopo la sua fuga, sentivano il peso del bosco e di quella vallata estranea alla gioia fin dal 1940 quando, nella notte del 30 aprile, tutti i bambini del paese arroccato sulla montagna rocciosa che delimita ad ovest la vallata, furono brutalmente mutilati e gettati nel fiume.
Le droghe consumate facevano volare le loro menti oltre i muri della ragione.
Dario convinse l'amico a fare un giro sul greto del fiume le cui pietre erano appena illuminate da una pallida luna. L'immaginazione portava a scorgere, fra giochi d'ombre, le macchie di sangue lasciate dai piccini che in quel luogo precipitarono, ed i sassi divennero come i loro teschi...
il fragore delle acque cancellava ogni rumore e il folto del bosco nascondeva il bagliore del fuoco alimentato poco prima. Rimasero così diversi minuti, assorti nelle loro fantasie più nere e trasalirono nell'udire il suono più terrificante della loro vita: dal sottosuolo provenne l'urlo disperato di centinaia di giovani voci... inutile fuggire, il suono agghiacciante che lacerava la ragione, proveniva da ogni dove... corsero verso il fuoco cercando almeno la protezione della luce.

La situazione precipitò: le grida ora si facevano più forti, la ragione vacillò... un urlo immane sovrastò quello dei bambini, era la voce di Humberto, terrorizzato dalla vista di Dario... o di quel che ne restava... testa e torso erano normali... ma gli arti erano quelli di un bambino, consumati dai morsi di piccole bocche... ed il suo volto era distorto in un ghigno folle e gioioso come quello che solo la pazzia può esibire...
Da 2 anni Humberto è rinchiuso in un ospedale psichiatrico dopo essersi strappato gli occhi.

Daniele Pellacini