Mare rosso

Nel mese di giugno 1975 il transatlantico Stige scompare a largo delle coste statunitensi durante una tempesta. Nessuna traccia della nave né dei passeggeri.
E' il 1994, sono passati diciannove anni da quel tragico episodio, la gente sembra ormai aver dimenticato. Nel porto c'è una nuova nave che sta per essere battezzata. Infatti ad un tratto si ode la voce del cerimoniere esclamare la classica frase di rito: <<Io ti battezzo Stige II !>>. Subito segue lo schianto della bottiglia di champagne che si frantuma contro l'imponente scafo della nave. Dopo l'inaugurazione il transatlantico parte: è il 12 giugno.
Il viaggio procede a meraviglia, anche se le cupe nuvole grigiastre minacciano pioggia. Infatti verso le ore venti la Stige II viene avvolta in un turbine di vento, pioggia e onde; una circostanza che allarma passeggeri ed equipaggio. Alcune persone che si trovano sul ponte vengono scaraventate in mare dall'improvvisa tempesta. Si tratta di due marinai e tre passeggeri, tra cui una ragazza. Invano urlano di venire soccorsi mentre la nave si allontana e scompare nella tempesta. I cinque sventurati temono il peggio, ma per fortuna la tempesta si placa... però arriva la nebbia. Dopo circa un quarto d'ora urla la sirena di un'imbarcazione che un momento dopo appare dalla nebbia. Resa visibile agli occhi dei naufraghi, questi sono in grado di riconoscerla dal nome scritto sulla fiancata: Stige II. Gli sventurati nuotano verso il transatlantico dal quale scende una scaletta che gli permette di salire a bordo.
<<Ma che storia è questa?>> dice sorpreso uno dei passeggeri. Ad aspettargli sul ponte non c'è nessuno, inoltre la nave ha un aspetto logoro e spettrale; sembra essere deserta. I cinque decidono di andare sottocoperta dove si trovano le cabine. Nel frattempo il mare si agita nuovamente e un'onda colpisce la fiancata dove c'è scritto il nome della nave... e l'acqua cancella il numero due, sciogliendo la pittura rossa che cola giù per lo scafo. Il vero nome della nave è Stige!
Intanto il gruppo è arrivato sottocoperta. Senza dire niente la ragazza
... Sara...
cambia strada come ipnotizzata da
... viienii Saaraa...
qualcosa. Mentre cammina comincia ad intravedere una luce stroboscopica bluastra, attraverso la fessura di una porta socchiusa. Si avvicina alla porta della cabina. La porta si spalanca di scatto e dal nulla compaiono due mani non umane, artigliate e dall'aspetto insano, che afferrano la ragazza e la tirano dentro. La porta si richiude di colpo.
In un'altra parte della nave...

<<Oh no!>> esclama uno dei marinai. <<Dov'è finita?>> I quattro uomini si guardano intorno e la chiamano invano.
<<Okay, vado a cercarla io>>, dice l'altro marinaio, allontanandosi. <<Voi restate nei paraggi.>> Perlustra i corridoi per un quarto d'ora e quando la trova la ragazza dice semplicemente di essersi era persa. Non passa molto tempo che tutti e cinque sono nuovamente riuniti. Gli altri tre, nel frattempo, hanno trovato delle armi. <<Non me lo auguro, ma ci potrebbero essere utili>>, dice qualcuno. <<Qui succedono cose strane, non vi pare?>> Tutti si guardano preoccupati. Poco dopo decidono di sistemarsi in una cabina per riposare. Avrebbero fatto la guardia a turno, per primo tocca al marinaio che ha ritrovato la ragazza. Prende un fucile e si mette a sedere in corridoio.
Gli altri si sono addormentati, quando accade una cosa terrificante. La ragazza si sveglia, non ha più le pupille. Il viso ed il corpo cominciano a deformarsi, assumendo un aspetto mostruoso. Il risultato finale della mutazione è una sorta di enorme aragosta.
<<In nome di Dio! Cos'è?>> urla qualcuno. Il marinaio rimasto di guardia spara un colpo di fucile contro il mostro, colpendolo alla testa la quale esplode. Ma la cosa è ancora in piedi. Quello che poteva essere definito il petto dell'aragosta si squarcia emettendo un fiotto di fluido giallastro. Ne esce la testa della ragazza, come se fosse stata il carrello di un orologio cucù, con un ghigno maligno dice: <<Voi non vi salverete!>>
I quattro uomini fuggono dalla cabina, su verso il ponte della nave, inseguiti dal mostro. Davanti a loro il pavimento comincia a sfondarsi. Ne vengono fuori degli zombi putrescenti. Non c'è scampo! I morti viventi sono da una parte e il crostaceo gigante dall'altra... ma per fortuna i quattro sventurati hanno l'asso nella manica. Oltre ai fucili hanno trovato delle bombe a mano, sicuramente tutta quella roba era arrivata di nascosto su quella maledetta nave; comunque c'era ed era un bene. Con le bombe aprono un varco nella parete di una cabina. Le mostruose creature li sono addosso, ma i quattro uomini si tuffano fuori dallo squarcio, in mare.
La nave si allontana. Le creature abominevoli ed urlanti non osano gettarsi in mare ed il transatlantico Stige, dopo qualche minuto, scompare nella nebbia. Sono le prime luci dell'alba quando dall'acqua affiorano le pinne dorsali di un branco di squali bianchi.

Demetrio Amatore

Sito personale dell'autore: www.langolobuio.altervista.org