Dalla finestra

Il suo orologio biologico aveva funzionato come sempre, e alle 6.30 si era ritrovato sveglio e vigile come al solito, considerato poi che erano due giorni che passava dal letto, al divano, alla poltrona alla sedia a rotelle; non aveva certo bisogno di ulteriore riposo. Era solo il terzo giorno dei trenta che avrebbe dovuto passare in compagnia del gesso che gli immobilizzava la gamba sinistra, e se i primi due erano passati velocemente tra le visite degli amici e dei colleghi ora si prospettava un periodo di noia intensa.
Aveva guardato la televisione per circa due ore seguendo principalmente i telegiornali delle varie reti, poi imparate ormai le notizie a memoria, si era presto stancato della programmazione mattutina chiaramente destinata ad anziani, casalinghe e governanti in genere; Susan, sua sorella minore sarebbe passata solo verso l'una appena congedato l'ultimo appuntamento all'agenzia immobiliare, per preparagli qualcosa di caldo e per dare una riordinata alla casa. Forse la cosa che gli rendeva il tutto così insopportabile, oltre alla noia, era sicuramente il fatto di dover dipendere dagli altri, non che gli dispiacesse vedere la piccola Susan anche tutti i giorni ma per un uomo come lui abituato alla propria indipendenza, era decisamente seccante vedere profanata la sua tana da scapolo.

Dopo queste rapide considerazioni si ritrovò comunque a dover trovare qualcosa da fare per ammazzare il tempo, non aveva mai avuto hobbies particolari e non era mai stato un patito della lettura, era sempre stato molto preso dal suo lavoro di ispettore assicurativo che, oltre ad offrirgli un lauto stipendio, gli dava la possibilità di viaggiare molto, incontrare gente, e soprattutto quel piccolo brivido da ispettore dei polizieschi, quando riusciva ad intuire e smascherare una truffa ai danni dell'assicurazione come falsi incidenti stradali, furti mai avvenuti e tutta la gamma del genere. Gli era praticamente venuto automatico mettersi alla finestra ad osservare la strada, la finestra del suo appartamento si trovava al secondo piano di un piccolo condominio di quattro piani proprio al centro di una via commerciale e anche se la cittadina non contava più di trentamila abitanti il flusso di gente per strada era notevole. Osservava le persone cercando di indovinarne la tipologia, il lavoro, lo stato d'animo, e anche ammirando qualche scollatura o spacco un po' audace; la maggior parte dei passanti la conosceva erano persone del quartiere o clienti dell'assicurazione, dopo un po' gli tornò in mente quel vecchio film di Alfred Hitchcock in cui il protagonista nella sua stessa situazione scopriva un omicidio nel palazzo di fronte, questa idea lo fece sorridere e poi si rimise a guardare la strada con maggior attenzione sperando di scoprire qualcosa di poco chiaro; etichettò questa idea come deformazione professionale. Appena ricominciò a fissare la strada notò una persona che prima non aveva notato ed ebbe la pazzesca impressione che si fosse materializzata in quel punto preciso e non che fosse arrivata da qualche parte lungo la via; si trattava di un mendicante il classico barbone come se ne vedono a decine, e non capiva cosa lo colpisse tanto di quell'uomo ma non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
Passarono circa 3 ore in cui non fece altro che osservare il mendicante il quale da parte sua si comportava in maniera assurda, ma non come ci si può aspettare da uno sbandato qualunque; tutt'altro non parlava da solo, non aveva tic nervosi, era perfettamente sobrio, e non importunava ogni passante con le sue storie lacrimose per scucirgli qualche moneta anzi, e questa era la cosa più assurda, in tutto il tempo che era rimasto lì aveva parlato solo con 5 persone tre uomini e due donne. Tra questi aveva riconosciuto Jason l'imbianchino, Freddy il padrone dell'autoconcessionaria, e Christine la cameriera di un ristorante del centro che riconobbe perché era amica di sua sorella, l'altro uomo e l'altra donna non li conosceva nemmeno di vista. Il barbone per qualche suo motivo particolare aveva parlato brevemente solo con queste persone senza peraltro dare l'impressione di elemosinare qualcosa, i suoi interlocutori lo avevano ascoltato con un'espressione attenta e poi erano ripartiti verso la loro meta. Tutte le altre centinaia di persone che erano transitate quella mattina sul marciapiede non avevano destato particolare interesse nel mendicante, che era rimasto in disparte con quell'aria di tranquilla noncuranza tanto che anche i passanti gli riservavano il suo stesso trattamento non degnandolo di uno sguardo quasi non lo vedessero nemmeno; anche Susan ,sua sorella, che di solito si inteneriva sempre di fronte ai mendicanti e lasciava loro qualche spicciolo, era passata un paio di volte senza considerarlo minimamente. Fino a che, mentre Dave si era distratto nell'accendersi una sigaretta, il barbone era sparito e Dave aveva avuto la medesima impressione della mattinata cioè che fosse scomparso.
Durante tutto il tempo in cui Susan era rimasta a casa sua non aveva più ripensato al mendicante fino a quando lei non aveva nominato la sua amica Christine, la quale qualche ora prima le aveva telefonato in preda ad una incontenibile euforia per annunciarle che finalmente dopo mesi di tentativi era rimasta incinta, Dave si stupì della coincidenza e pensò che probabilmente allora anche Jason l'imbianchino era incinto. Il pensiero gli fece spuntare un sorriso e quando Susan gli chiese che cosa ci fosse di tanto divertente, le spiegò tutta la faccenda dall'inizio alla fine e anche Susan rise al pensiero di Jason incinto; per poi rammaricarsi di non aver visto il barbone a cui avrebbe potuto dare qualche spicciolo.
Dave rise meno quando il mattino dopo sentì la notizie a carattere locale della stazione radio cittadina, infatti la sera prima in un incidente stradale Jason e Freddy avevano perso la vita in uno scontro frontale con un'altra auto su cui viaggiavano i coniugi Taylor originari del nord e da poco trasferitisi qui. Lo stupore e il cordoglio, in fondo conosceva piuttosto bene Jason, emarginarono per un po' in un angolo del suo cervello il pensiero che il barbone aveva parlato anche con loro. Pensiero che gli esplose come una bomba nel cervello quando circa un'ora dopo Tom il padrone della tabaccheria all'angolo, passò a salutarlo e gli portò gentilmente il giornale; in prima pagina capeggiava ovviamente la notizia dell'incidente che in piccoli centri come quello era un fatto decisamente straordinario e accanto alle foto da documenti di Jason e Freddy c'erano anche le foto dei coniugi Taylor in cui riconobbe istantaneamente gli altri due interlocutori del mendicante, cercò di convincersi che non erano i due della mattina precedente ma le foto erano abbastanza recenti, evidentemente i documenti erano stati rinnovati da poco, e la sua abitudine ad osservare e ricordare attentamente i particolari di ciò che lo circondava gli tolsero ogni dubbio riguardo l'identità dei coniugi Taylor. Li aveva visti parlare con il mendicante. A quel punto vagliò una serie di ipotesi per dare un senso alla faccenda; ipotesi che dopo una valutazione di circa due secondi erano proponibili come la teoria della terra piatta. Fu in quel momento di confusione che vide attraverso il vetro Susan parlare brevemente con il barbone e poi allontanarsi, erano distanti, quasi al limite del campo visivo offertogli dalla finestra e mentre seguiva con lo sguardo la sorella girare l'angolo si accorse che il barbone stava guardando nella sua direzione e, anche se a molta distanza, ebbe la certezza che il mendicante lo stesse fissando, anzi lo stava fissando negli occhi e poi lo vide sparire, niente fumo o fulmini, semplicemente sbiadì fino all'evanescenza.
Scioccato da quella visione pazzesca Dave cercò di riafferrare le redini della sua sanità mentale prese il telefono e chiamò Susan sul cellulare al quarto squillò lei rispose e lui grido: "Cosa ti ha detto Susy, cosa ti ha detto?". " Dave cosa c'è. Cosa mi ha detto chi?" rispose lei. Sembrava non capisse allora lui cercò di assumere un tono più calmo e le chiese "Il barbone quello con cui hai appena parlato è lo stesso di cui ti ho parlato ieri cosa ti ha detto?". Lei sembrò riflettere un attimo e poi tranquillamente rispose "Ma di chi parli io non ho parlato con …" e fu in quel momento che sentì in una rapida successione di suoni agghiaccianti, il tipico rumore di lamiere che si scontrano e contorcono, i vetri in frantumi e infine di gran lunga il suono più orribile di tutti un grido di Susan che veniva interrotto dal silenzio della linea caduta. Probabilmente gamba o non gamba si sarebbe alzato e sarebbe "corso" fino al luogo dell'incidente se voltandosi con la sedia a rotelle non si fosse trovato di fronte il barbone. In quel momento provò una sensazione mai provata prima: una rapida successione di stati d'animo che arrivavano, sparivano e tornavano in pochi secondi, preoccupazione per Susan, stupore come aveva fatto il mendicante a sparire e a trovarsi lì, paura per se stesso, e rabbia; sicuramente quell'uomo (era un uomo?) centrava con quello che era successo a Susan. Poi appena il barbone lo guardò negli occhi e sorrise tutto sparì e fu come gli avessero iniettato una massiccia dose di calmante, tutto divenne vago e tranquillo il barbone era lì di fronte a lui e Dave avrebbe voluto fargli mille domande ma non c'era bisogno di chiedergli nulla, lui conosceva già tutte le domande e gli stava dando tutte le risposte. Solo che non parlava, le risposte apparivano come dei neon intermittenti dentro la testa di Dave che ora sapeva e comprendeva. Comprendeva che il barbone era l'Annunciatore, non era né il Fato né il Destino o quello che noi chiamiamo Dio, era semplicemente colui che parlava a quelle anime che devono prepararsi per i due momenti fondamentali del creato. Dave era tranquillo e suoi pensieri continuavano a portargli le risposte a domande che stava solo pensando. Perché l'anima possa prepararsi deve sapere queste cose prima del corpo mortale che è solo un veicolo. Per questo solo chi deve essere annunciato vede il barbone per un po' ma subito dopo dimentica l'incontro.
Era vecchio come il mondo, era già qui prima dell'inizio dei tempi e ci sarebbe stato fino all'ultimo istante, aveva visto e annunciato il padre di Dave, sua madre e sua sorella , tutti i suoi parenti e antenati. Lui non decideva chi e quando semplicemente annunciava. La risposta a cui teneva di più arrivò per ultima e riguardava Susan, era un neon più luminoso e vivido di tutti gli altri, lei stava bene c'era stato un incidente vicino a lei per questo aveva gridato e aveva lasciato cadere il telefono per lo stupore e lo spavento. Ma la cosa più bella era che a lei il barbone si era avvicinato per annunciarle la vita nuova che avrebbe portato in grembo da lì ad una settimana.
Poi le insegne nella sua testa si erano spente e finalmente il mendicante aveva parlato, la sua voce era un po' triste ma ferma e gentile, era bello ascoltarla anche se per così poco "io ti annuncio Dave " disse semplicemente.

 

Dave era alla finestra e vide Susan dare qualche spicciolo ad un barbone prima di voltare l'angolo.

 

Dal "Notiziario radiofonico a carattere locale del 27/09/01"……..estratto dalle macerie il corpo dell'unica persona che si trovava all'interno del palazzo al momento dell'esplosione che con tutta probabilità, affermano i Pompieri, è stata causata da una fuga di gas partita quasi certamente dalla caldaia nel seminterrato del palazzo. La vittima Dave …………

Marcello Guidi