Necrolexicon: la congiunzione

Scarica il Necrolexicon in formato pdfLa parte invariabile del discorso che non ha significato proprio, ma serve a unire tra loro due o più parole o anche due o più proposizioni, si chiama congiunzione.
Le congiunzioni si distinguono in:
Semplici se sono formate da una sola parola es. e, ma, però, anzi, dunque, se, ecc.
Composte se sono formate da due o più parole unite insieme es.
Perché - per + che
Oppure - o + pure
Purché - pur + che
Locuzioni congiuntive se sono formate da due o più parole scritte separatamente es. piuttosto che, per il fatto che, visto che, anche se, ecc.

Rispetto alla funzione le congiunzioni si distinguono in:
Congiunzioni coordinative o coordinanti:
- Quando uniscono due parole di uguale natura e con uguale funzione es.
Vincenzo è un ragazzo bello e simpatico - bello/simpatico sono aggettivi.
- Quando uniscono due parole di uguale funzione logica ma di diversa natura es.
Tu e Stefania state bene insieme - tu/Stefania sono entrambi soggetti, ma tu è pronome e Stefania è nome proprio.
- Quando uniscono due proposizioni del medesimo tipo che non dipendono l’una dall’altra e che vengono messe sullo stesso piano es.
Prendi la tovaglia e apparecchia la tavola - prendi la tovaglia/apparecchia la tavola sono due proposizioni.

Congiunzioni subordinative o subordinanti

Quando uniscono due frasi di natura diversa mettendone una, che non potrebbe stare da sola, alla dipendenza dell’altra es.
Piango perché sono triste - perché sono triste è una frase che da sola non ha significato compiuto, ma che dipende dalla frase piango.

 

A seconda del tipo di legame che stabiliscono tra gli elementi che collegano, le congiunzioni e le locuzioni congiuntive coordinanti possono essere:
- Copulative quando uniscono semplicemente tra loro due parole o due frasi e si distinguono in positive come: e, anche, inoltre, ecc o in negative come , neanche, nemmeno, ecc.
- Disgiuntive quando collegano tra loro due parole o due frasi in modo che il significato dell’una escluda quello dell’altra come: o, oppure, altrimenti, ecc. es. Corri altrimenti farai tardi.
- Avversative quando uniscono tra loro due parole o due frasi che hanno significato contrario od opposto come: invece, ma, però, ecc. es.
E’ stato frettoloso, invece doveva avere pazienza.
- Dichiarative o esplicative quando collegano tra loro due parole o due frasi di cui la seconda spiega quanto detto in precedenza come: infatti, cioè, vale a dire, ecc.
- Conclusive quando uniscono due parole o due frasi delle quali quanto detto nella seconda è la conclusione, la conseguenza della prima come: quindi, dunque, pertanto, ecc. es.
Ho preso troppo sole pertanto mi sono scottata.
- Correlative quando stabiliscono una relazione positiva o negativa tra due parole o due frasi. Molte di esse sono congiunzioni copulative o disgiuntive usate in coppia come: e... e, né... né, non solo... ma anche, ecc. es.
Questo vestito non solo è comodo ma anche grazioso.

 

Le congiunzioni e le locuzioni congiuntive subordinanti, come detto in precedenza, hanno la funzione di porre una proposizione alle dipendenze dell’altra, saranno dunque oggetto di studio approfondito quando tratteremo la sintassi del periodo, ci si limiterà dunque in questa sezione a elencarle ed a precisare il legame che stabiliscono tra due proposizioni.
Esse sono:
- Dichiarative quando introducono una dichiarazione, un’affermazione, una spiegazione: che, come. es.
Dichiara che non aveva assistito alla tragedia.
- Causali quando indicano una causa, una ragione, un motivo: perché, poiché, dal momento che, ecc. es.
Non dorme perché è preoccupato.
- Finali quando indicano il fine o lo scopo per cui si compie un’azione: affinché, perché, allo scopo di, ecc. es.
Lo ha rimproverato affinché possa migliorare.
- Temporali quando indicano una circostanza di tempo: quando, mentre, ogni volta che, ecc. es.
Sono malinconica quando piove.
- Avversative quando introducono un contrasto o una contrapposizione: invece di, mentre, ecc. es.
Mi fidavo di lui mentre è un bugiardo.
- Modali quando indicano una circostanza di modo: come, nel modo che, ecc. es.
Agisci come preferisci.
- Comparative quando introducono un paragone: (più)... che, (tanto)... quanto, (così)... come, ecc. es.
Mara è tanto timida quanto me.
- Consecutive quando introducono una conseguenza: così che, tanto che, a tal punto che, ecc. es.
Ero distratta tanto che non ho sentito la tua domanda.
- Concessive quando concedono, cioè ammettono una circostanza nonostante la quale si realizza qualcosa: benché, sebbene, nonostante che, ecc. es.
Benché sia alto non è un buon giocatore.
- Condizionali quando indicano la condizione da cui dipende l’avverarsi o meno di qualcosa: se, qualora, a condizione che, ecc. es.
Se piove, porta l’ombrello.
- Dubitative e interrogative indirette quando esprimono un dubbio o introducono una domanda: se, come, perché, ecc. es.
Domandagli se accetta o meno l’incarico - interrogativa indiretta
Non sa se verrà - dubitativa
- Eccettuative, esclusive, limitative quando esprimono un’eccezione, un’esclusione, una limitazione a quanto viene affermato: eccetto che, senza che, per quanto, ecc. es.
Tutto è permesso eccetto che fumare.
Per quanto ne so nessuno si è presentato.
E’ uscito senza che io lo scoprissi.

 

Un piccolo accenno merita in questa sezione anche l’interiezione che è in pratica una semplice emissione della voce con la quale è possibile manifestare un’emozione o un sentimento spontaneo o anche improvviso.
Le interiezioni possono essere:
Primarie quando sono suoni semplici o istintivi più che parole vere e proprie come: bho!, bah!, ahi! ecc.
Secondarie quando sono nomi, aggettivi, verbi, avverbi, usati occasionalmente come interiezioni es.
Cielo! Ho sporcato il vestito.
Locuzioni interiettive quando sono formate da più parole o da brevi frasi usate come interiezioni: mamma mia!, poveri noi!, santa pazienza!, ecc.
Infine si definiscono onomatopee le parole, le espressioni che, con il gioco delle vocali e delle consonanti, cercano di riprodurre un suono.
Sono affini alle interiezioni e con esse è possibile indicare, imitandola, la voce di un animale, un rumore, una sensazione fisica. es.
Brr che freddo fa!

 

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Rubrica a cura di Anna Scudiero. I testi di riferimento sono: Idioma e stile di Filippo Maone edizioni A.P.E. Mursia; iIl libro di grammatica dalla regola all’uso Bonaccorsi-Spitali edizione Deagostini; Grammatica & metodo Biscazza Mandurrino Noris Sansoni per la scuola.