Necrolexicon: il verbo (2^ parte)

Scarica il Necrolexicon in formato pdfUna caratteristica fondamentale del verbo è quella di specificare il momento in cui si verifica l'azione di cui si parla, la sua durata, la sua possibilità di trasformazione; tutto ciò è espresso attraverso la variazione della desinenza dei tempi verbali, i quali indicano il rapporto cronologico che intercorre fra quanto è espresso dal verbo e la persona che parla o scrive, tale rapporto può essere di:
Contemporaneità, quando l'azione avviene nel momento in cui è enunciata - tempo presente es. Io mangio.
Anteriorità, quando l'azione avviene in un momento precedente a quello enunciato - tempo passato, es. Io mangiavo.
Posteriorità, quando l'azione avviene in un momento seguente a quello enunciato - tempo futuro, es. Io mangerò.

Per quanto riguarda la struttura, i tempi verbali si distinguono in:
Semplici, quando sono formati da una sola forma verbale es. io dormo, io dormivo, io dormirò.
Composti, quando sono formati dall'unione di due voci verbali, essere o avere + il participio passato del verbo es.
io ho dormito
io avevo dormito
io ero andato
io fui andato

 

I verbi essere e avere sono detti ausiliari perchè oltre ad essere usati da soli, vengono utilizzati in aiuto degli altri verbi nella coniugazione dei tempi composti.
Quando si usano come verbi a sé essere può significare esistere, trovarsi, appartenere es. sono in casa, avere significa possedere, sentire, ottenere es. ho caldo, ho un cane.
I verbi si classificano in tre coniugazioni e hanno forma diversa a seconda che il soggetto compia o subisca l'azione che essi esprimono, nel primo caso ha forma attiva, nel secondo ha forma passiva.

 

I quattro modi finiti sono l'indicativo, il congiuntivo, il condizionale e l'imperativo.
L'indicativo è il modo della realtà e della certezza, si articola in otto tempi, di cui quattro semplici (presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice) e quattro composti (passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore).

 

Il presente viene usato per indicare:
- Un'azione che si compie nel momento in cui si parla es. Vincenzo studia (presente effettivo)
- Un fatto che si ripete abitualmente es. ogni giorno vado al lavoro (presente di consuetudine)
- Qualcosa che vale sempre come ad esempio le citazioni, le definizioni scientifiche, i proverbi, es. Machiavelli sostiene che "il fine giustifica i mezzi".

 

L'imperfetto indica un'azione avvenuta in passato ed esprime il suo prolungarsi nel tempo es. Da ragazza ero sempre allegra.
Il passato remoto è il tempo che indica un'azione o un evento lontano che non ha conseguenze sul presente mentre se ne parla o se ne scrive es. All'università vinsi la borsa di studio.
Il futuro semplice indica un'azione o un evento che deve ancora verificarsi nel momento in cui si parla o si scrive es. Il mese prossimo andrò in vacanza.
Può essere usato anche per esprimere:
Una condizione di incertezza, un dubbio, es. Sarà già ora di cena?
Un ordine, un comando da eseguire in un momento successivo, es. Starete zitti fino al mio ritorno.
Un'approsimazione es. Avrà si e no trent'anni.
Il passato prossimo è il tempo che indica un'azione recente o lontana, ma ancora viva per chi ne parla e le cui conseguenze perdurano nel presente es. Dante ha scritto la divina commedia.
Il trapassato prossimo è un tempo composto, formato dall'imperfetto indicativo di un verbo ausiliare e dal participio passato del verbo. indica un'azione o un evento avvenuto nel passato e che precede un altro a cui è collegato es. Il medico era arrivato a casa da pochi minuti quando fu richiamato in ospedale.
Il trapassato remoto è il tempo che indica un'azione portata a termine definitivamente nel passato es. Appena ebbe finito il compito il candidato lasciò l'aula.
Il futuro anteriore è il tempo che indica un'azione che avverrà prima di un'altra anch'essa futura es. Quando avrò risolto i miei problemi partirò.

 

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Rubrica a cura di Anna Scudiero. I testi di riferimento sono: Idioma e stile di Filippo Maone edizioni A.P.E. Mursia; iIl libro di grammatica dalla regola all’uso Bonaccorsi-Spitali edizione Deagostini; Grammatica & metodo Biscazza Mandurrino Noris Sansoni per la scuola.