Necrolexicon: il verbo (1^ parte)

Scarica il Necrolexicon in formato pdfLa parte variabile del discorso che da sola è in grado di esprimere un pensiero compiuto è il verbo, esso indica:
1) Un'azione compiuta dal soggetto (persona o animale) es. La nonna cuce.
2) Un'azione subita dal soggetto es. Luigi è stato derubato.
3) Uno stato del soggetto (persona, animale o cosa) es. La macchina è parcheggiata sotto casa.
4) Un modo di essere del soggetto es. Il mio gatto è grigio.
5) L'esistenza del soggetto es. C'è il sole alto.
6) Un evento coinvolge le persone o gli animali al di fuori della loro volontà es. Mio cugino è scivolato.
7) una relazione es. Mia sorella è madre di due splendidi bambini.

I verbi si distinguono in due categorie:
1) Quelli che da soli indicano con chiarezza un'azione, uno stato, un sentimento si chiamano verbi predicativi, perchè affermano, esprimono cioè un determinato messaggio es. Le stelle brillano.
2) Quelli che devono unirsi a un nome o a un aggettivo per completare il loro significato si chiamano verbi copulativi, essi non esprimono un determinato messaggio, ma servono a legare il soggetto con il nome o l'aggettivo che indica il suo stato o la sua condizione es. Il cielo sembra sereno.
Il più comune verbo copulativo è essere che però, quando assume i significati di appartenere, trovarsi, esistere, è predicativo; altri verbi copulativi usati con frequenza sono: sembrare, diventare, parere.
Come la maggior parte delle parole anche il verbo è costituito da due parti:
- una invariabile, la radice, che ha in sé il significato di base del verbo;
- una variabile, la desinenza, da cui si ricavano:
1) la persona: prima, seconda e terza.
2) il numero: singolare o plurale.
3) il modo: finito o indefinito.
4) il tempo: presente, passato, futuro.

 

L'insieme delle variazioni del verbo prende il nome di coniugazione.
I verbi che hanno la radice invariabile e mutano la desinenza secondo regole fisse si chiamano regolari; sono invece irregolari i verbi che mutano ora la radice, ora la desinenza, ora entrambe.
Il verbo ha tre coniugazioni secondo la desinenza dell'infinito presente:
la prima coniugazione ha l'infinito in are, la seconda in ere, la terza in ire.
Un'azione, un fatto, un evento possono avvenire o essere presentati da chi parla o scrive con la volontà di comunicare certezza, possibilità, condizione, comando. E' questo il motivo per cui il verbo si può presentare in diversi modi.

 

I modi verbali sono sette, quattro sono completi in quanto indicano con precisione il soggetto dell'azione, cioè la persona e il numero. Sono i modi finiti; tre sono incompleti in quanto indicano genericamente un'azione senza precisare la persona e il numero. Sono i modi indefiniti.
I modi finiti sono:
A) Indicativo: presenta un'azione come vera e reale, è il modo della realtà es. Egli studia.
B) Congiuntivo: esprime un'opinione, un dubbio, un desiderio, un timore, è il modo della possibilità e dell'incertezza es. Spero che splenda il sole.
C) Condizionale: esprime fatti che si possono realizzare a condizione che ne avvengano altri, è il modo della probabilità e delle forme di cortesia es. Mangerebbe se avesse fame.
D) Imperativo: esprime un ordine, un divieto, una preghiera, è il modo del comando es. Mangia!

 

I modi indefiniti sono:
A) Infinito: esprime un evento in modo generico es. Amare.
B) Participio: esprime l'idea del verbo come se fosse una qualità propria del soggeto es. Luigi, amante della musica, è mio amico.
C) Gerundio: esprime la circostanza e la modalità attraverso cui si verifica un'azione es. Amando Monica ho trovato la felicità.

 

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Rubrica a cura di Anna Scudiero. I testi di riferimento sono: Idioma e stile di Filippo Maone edizioni A.P.E. Mursia; iIl libro di grammatica dalla regola all’uso Bonaccorsi-Spitali edizione Deagostini; Grammatica & metodo Biscazza Mandurrino Noris Sansoni per la scuola.