Nelle crepe

di Luigi Musolino - pagine 61 - euro 5,90 - Vincent Books

Ultimamente si è parlato spesso di cosa significhi “weird”, un termine sfuggente che definisce un approccio al fantastico all’insegna di atmosfere sottilmente inquietanti e bizzarre. Un genere che ingloba elementi di horror, fantascienza e fantasy e che ha avuto la sua maturazione nella prima metà del ‘900 con autori come H.P. Lovecraft, Clark Ashton Smith, William H. Hodgson e, in seguito con Fritz Leiber. Oggi il suo maggiore alfiere è Thomas Ligotti.
Attualmente in Italia non mancano scrittori “weird” di notevole bravura anche se non esiste una vera e propria scuola in questo ambito. In passato ci sono stati illustri esponenti, come Italo Calvino, Tommaso Landolfi e Dino Buzzati, che si sono cimentati con il fantastico ma, nel nostro paese, sono mancate un po’ i fondamenti del genere. Di recente sono stati però rivalutati i mitici “Racconti di Dracula” anche grazie all’opera di recupero e “storicizzazione” di Sergio Bissoli.
A mio avviso oggi uno dei migliori autori, in possesso di un “feeling” genuino con la materia “weird”, è sicuramente Luigi Musolino. Nato nel 1982 nella sonnolenta provincia piemontese, Musolino ha già vinto diversi concorsi letterari fra cui segnalo il Trofeo Rill e il Premio Hypnos ma si è distinto anche come traduttore e curatore di volumi per la leggendaria Dagon Press di Pietro Guarriello di cui ha curato, in due volumi, l’opera di Carl Jacobi.

Nelle crepe” è stato pubblicato nel 2016 nella prestigiosa Collana Miskatonic di Vincent Books Editore, una collezione - curata dai validi Andrea Gibertoni e Giulia Cigni -, in formato fascicolo che presenta il meglio della produzione horror italiana con autori come Samuel Marolla, Pietro Gandolfi, Maico Morellini, Andrea Berneschi, Paolo Di Orazio e Nicola Lombardi.
“Nelle crepe”un racconto lungo che si legge tutto d’un fiato e in cui la tensione non viene mai meno. Narra del vecchio Giaco e degli orrori che si celano nel degradato quartiere chiamato Rosella. Improvvisamente nell’appartamente di Giaco compaiono delle crepe che si estendono anche all’esterno e che conducono a una chiesa sconsacrata in rovina in cui si cela un abisso che nasconde un’entità misteriosa, forse una divinità precristiana che reclama dei sacrifici per poter continuare a vivere. Fa la sua comparsa anche una sorta di “psuedobiblion” ovvero la “Scienza del Necromilieu”. La storia narra così di antiche entità maligne che hanno qualcosa di “lovecraftiano”. Musolino, con grande sapienza, ha adattato gli orrori dei mostri a un contesto italiano e questo gli fa molto onore. Tuttavia il vero orrore è costituito dalla paura di invecchiare nella malattia e in solitudine di Giaco.
Voto: 8
[Cesare Buttaboni]

Incipit
Il quartiere invecchiava e moriva. Le crepe erano le rughe e la mappa del suo declino. Il quartiere invecchiava e moriva, e proprio come il suo più vecchio e stanco abitante, il quartiere non voleva morire.