Testamento di una maschera

di Stefano Tevini - pagine 146 - euro 2,49 (ebook) - La Ponga Edizioni

Gabriele Giannini, giornalista freelance di successo, vive una doppia vita. Smessi gli abiti civili, infatti, pattuglia le strade celato dietro la maschera dell’Inquisitore, leader dei Vigilantes, un gruppo di supereroi che si sta facendo notare per le proprie imprese azzardate, coraggiose al limite della stupidità. Una volta raggiunte le luci della ribalta, i Vigilantes commetteranno un errore che li porterà a scontrarsi con il potere costituito e a sperimentare i meccanismi che esso mette in atto per preservare i propri equilibri. Ad osservarli a distanza c’è Manlio Gorgia, un ufficiale dei servizi segreti in pensione dagli scopi tutt’altro che chiari, eminenza grigia dietro a molti degli eventi che hanno visto il cammino di diversi supereroi, detti comunemente Maschere, incrociare la strada della politica italiana (Amazon).

Dopo quelli della Marvel, grazie a Stefano Tevini sbarcano anche sul suolo italiano un sacco di nuovi supereroi che coi loro bizzarri costumi e coi loro super poteri arricchiscono l'eterna lotta tra bene e male. Tra ucronia e fantascienza Tevini è abile a mescolare le peripezie dei meta-umani, così chiamati nel libro, con la cronaca mondiale ma soprattutto con quella italiana, tra servizi segreti, cospirazioni, attentati e quant'altro. La trama è piacevole, ben costruita e ricca di eventi e personaggi ma, paradossalmente, è proprio questa "ricchezza" a non convincere totalmente.
La mole enorme di personaggi e intrecci storici presenti nel "Testamento della maschera" sono obiettivamente troppi per un libro di 140 pagine.
In conclusione: un romanzo con tantissime potenzialità che con 100 o 200 pagine in più sarebbe stato più godibile.
Infine, se fossi stato l'editore, visto l'argomento trattato dal libro, avrei puntato su una copertina più vivace e colorata.
Voto: 6
[Alessandro]

Incipit
Non sto chiedendo perdono. Vorrei che questo fosse chiaro. In quanto essere umano non sono orgoglioso delle mie azioni, ma tornando indietro rifarei ogni cosa. Rimetterei la firma su ogni lapide, rovinerei di nuovo ogni vita che già ho reso un inferno, perché non ho compiuto un singolo atto che non fosse necessario e del sangue che mi macchia le mani non una goccia è stata versata gratuitamente.
I miei ordini erano precisi.
Andava fatto, perché la gente potesse, giorno dopo giorno, andare a lavorare, attendere il fine settimana e le vacanze estive, comprarsi l’auto a rate per portare la moglie e i figli al mare.
Andava fatto, perché tutti potessero continuare a gettare le proprie aspettative poco più in là della vita di tutti i giorni.
Andava fatto perché nessuno potesse cambiare le cose.