Venti corpi nella neve

di Giuliano Pasini - pagine 325 - euro 8,50 - Time Crime

Case Rosse, minuscolo borgo nell'Appennino tosco-emiliano, ha un primato: è la sede del commissariato più piccolo d'Italia, diretto da Roberto Serra - che viene da Roma ed è considerato uno 'ed fora' - con l'aiuto dell'agente Manzini. Non succede mai nulla se non qualche rissa tra ubriachi il sabato sera. Ma la notte del Capodanno del 1995 una telefonata sveglia Manzini in piena notte. Ci sono tre cadaveri al Prà grand, uccisi senza pietà. I due poliziotti accorrono sul luogo del delitto e uno spettacolo raccapricciante si presenta ai loro occhi: un uomo, una donna e una bambina sono stati colpiti a morte da distanza ravvicinata con un fucile. È un'esecuzione, senza alcun dubbio. Ma non ci sono schizzi di sangue intorno alle vittime e la loro posizione non combacia con la traiettoria degli spari. A chi appartengono questi corpi straziati che chiedono giustizia?

Chi ha violato la pace di quel piccolo paese perso tra le montagne, e per quale motivo? E perché così tanta violenza da sorprendere anche un uomo come Roberto Serra, abituato a omicidi ben più efferati? Per il commissario comincerà un'indagine che lo porterà a rivivere il passato del luogo in cui si è rifugiato, e ad affrontare i demoni che albergano nella sua anima e nel suo cuore (da Amazon.it).
Un buon thriller che mi è piaciuto principalmente per tre motivi: l'ambientazione emiliano-romagnola, la mia terra, i riferimenti alla Seconda Guerra Mondiale, in particolare le atrocità commesse dai nazifascisti lungo la Linea Gotica, e ultimo ma non meno importante lo stile narrativo, semplice ma efficace. I personaggi sono credibili e ben costruiti, magari il commissario Serra è un tantino troppo "sbirro problematico", ma queste sono facezie quando il tutto è retto da una trama forte e ben scritta. Promosso!
Voto: 7,5
[Alessandro Balestra]

Incipit
Non so come sono finito qui, seduto sull'asfalto caldo.
La strada punta dritta verso il sole basso sull'orizzonte. L'auto dei miei genitori è schiantata contro il pilone del cartello del mare. Non ci sono più i finestrini. Non c'è più il parabrezza. Gli sportelli sono spalancati e pieni di buchi. Un braccio esce dal lato destro. Un filo di sangue scende dalla mano e forma una pozza sulla linea bianca. Appartiene a mia madre. Mio padre è accasciato addosso a lei. E' stato il primo a morire, credo.