La donna in nero

di Susan Hill - pagine 188 - euro 15,00 - Polillo

Il giovane avvocato londinese Arthur Kipps viene incaricato di recarsi a Crythin Gifford, sperduto villaggio circondato da paludi, per presenziare ai funerali di un'anziana cliente e occuparsi della gestione dell'eredità. La vecchia signora Drablow viveva da reclusa a Eel Marsh House, una dimora lugubre e isolata raggiungibile solo in determinate ore della giornata quando la marea si ritira lasciando libera dalle acque l'unica via d'accesso. Per il giovane Kipps, in procinto di sposarsi, è l'occasione di dimostrare finalmente le sue capacità. E' la prima volta che il titolare dello studio gli affida un compito di una certa responsabilità (Ibs.it).

Niente male questa ghost story di Susan Hill scritta in pure stile "vittoriano". Vecchie case infestate e inquietanti fantasmi femminili non sono certo il top dell'originalità, ma la narrazione garbata ed elegante della Hill rendono il tutto molto funzionale e coinvolgente. Da leggere!
Voto: 7
[Alessandro Balestra]

Incipit
Erano le ventuno e trenta della Vigilia di Natale. Mentre attraversavo la lunga anticamera di Monk's Piece proveniente dalla sala da pranzo, dove avevamo appena gustato il primo dei gioiosi pranzi festivi, e diretto al salotto, dove la mia famiglia era ora riunita intorno al caminetto, mi fermai e, come faccio spesso la sera, andai al portone d'ingresso, lo aprii e uscii.
Mi è sempre piaciuto respirare a fondo l'aria della sera, sentirne l'odore, sia quando è dolcemente profumata e balsamica per via dei fiori di mezza estate, sia quando è resa pungente dall'odore dei falò e delle foglie ammuffite in autunno, o fredda e tagliente per il gelo e la neve. Mi piace guardare il cielo sopra la mia testa, che sia illuminato dalla luna e dalle stelle o totalmente nero, e fissare lo sguardo nell'oscurità; mi piace ascoltare i versi delle creature notturne e il gemito del vento che si alza e si placa o il ticchettio della pioggia sugli alberi del frutteto; godo nel sentirmi accarezzare dalla brezza che sale verso la collina dai piatti pascoli della valle attraversata dal fiume.
Quella sera avvertii subito, e con un senso di sollievo, che nell'aria qualcosa era cambiato. Nella settimana precedente avevamo avuto sempre pioggia, una pioggia gelata e una nebbia bassa, che avvolgeva la casa e ricopriva la campagna. Dalle finestre il giardino non era visibile che per un paio di metri. Era un tempo umido, orribile e sembrava che non facesse mai veramente giorno.