Una casa perfetta

di Ben H. Winters - pagine 286 - euro 9,90 - Tre60

La sveglia segnava le 06.32. Susan si svegliò di colpo, turbata, come se avesse fatto un incubo. Girandosi per cambiare posizione, notò una macchia sul cuscino. Era sangue? La raschiò con l’unghia dell’indice, aspettandosi che venisse via subito. Invece rimase lì dov’era, fusa nel tessuto della federa. Rassegnata, si lasciò ricadere sul cuscino e provò a riaddormentarsi, in attesa che suonasse la sveglia. Alle 07.00 in punto riaprì gli occhi, pensando che forse non avrebbe più visto la macchia, svanita come il frammento di un brutto sogno. Invece era ancora lì (dalla quarta di copertina).

Il libro di Ben H. Winters: “Una casa perfetta” è un thriller misto ad horror che ha un innegabile pregio: tiene desta l’attenzione, ed incuriosisce. La storia è quella di una famigliola: madre, padre e figlia di 3 anni, alla ricerca dell’appartamento perfetto, dove essere felici. Finalmente la casa tanto desiderata si palesa e sembra essere a tutti gli effetti perfetta, almeno all’inizio. La madre, Susan, comincia infatti a sentirsi minacciata da alcuni animali che vede soltanto lei, e siccome la donna prende degli ansiolitici, per il marito è facile minimizzare e pensare che la moglie stia passando solo un brutto periodo di stress. Per Susan, però, i guai sono soltanto all’inizio: sta immaginando tutto o qualcuno o qualcosa la sta minacciando? Deve ritrovare la coppia di inquilini che hanno vissuto lì prima di lei e parlare con loro, capire perché se ne sono andati. A completare l’elenco dei protagonisti ci sono poi altre due figure: quella di Louis l’aiutante riparatore, vecchio e cordiale, e quella della padrona di casa, Andrea, affettuosa ed invadente. La storia è ben scritta ed è scorrevole, non è il massimo dell’originalità ma il fatto di non essere portata troppo per le lunghe non fa che giovare all’intreccio. Ho letto che il romanzo è stato paragonato al libro di Ira Levin da cui è stato tratto il bellissimo film: “Rosemary’s baby”, a cui per certi aspetti rimanda, ma la distanza tra le due opere è abissale. Mi sento di consigliare questa lettura soprattutto se amate qualcosa di poco impegnativo ma coinvolgente, se amate i thriller claustrofobici e un po’ scontati (anche se nel finale il libro mi ha sorpresa).
Voto: 7,5
[Alessandra M. Pagliari]

Incipit
- Ehi, Al, vieni un attimo vedere - Susan Wendt restò a fissare lo schermo del MacBook.
Alex mise in pausa il videoregistratore digitale e la raggiunse al tavolo della cucina. Lesse l’annuncio di Craigslist da sopra le spalle della moglie ed emise un verdetto secco, conciso: - Bidone -
Si scrocchiò le nocche e s’infilò dietro la sedia di lei per raggiungere il frigorifero - E’ un bidone, amore -