L'estate dei fantasmi

di Saundra Mitchell - pagine 247 - euro 14,50 - Giunti Editore

Si può raccontare la stessa storia mille volte, seguendo uno schema fino a farlo diventare classico, ma se si riesce a farlo bene, in un libro, val bene una lettura.
E sembra proprio seguire questa idea, Sandra Mitchell, autrice americana da poco tradotta e pubblicata per la collana Y, della Giunti editore, dedicata alla letteratura per ragazzi, strizzando l’occhio alle tematiche vicine all’horror, al fantastico e al noir.
Lo schema è quello che sorregge il classico romanzo di formazione, in cui un gruppo di adolescenti cerca di risolvere un mistero – in questo caso il ritrovamento di un cadavere – vedendosi coinvolto tra la realtà cruda e scettica del mondo adulto e la inquietanti apparizioni di un fantasma e delle sue interferenze nel mondo reale.

In mezzo a questo l’eterna avventura del crescere, vissuta nel binario non parallelo che porta avanti amicizia e innamoramento.
L’amicizia è quella tra Iris, prima persona narrante, e Colette, due quattordicenni che vivono a Ondine, in Lousiana, una cittadina dove l’unico mistero di qualche rilievo è, per l’appunto, la scomparsa di un giovane, Elijah Landry. E siccome nella quieta provincia americana, umida e soffocata dal caldo estivo, c’è poco altro da fare, ecco che i giochi da bambini si mescolano a una curiosità da adolescenti, stimolata sì dall’apparizione di un fantasma, ma anche dalla comparsa di Ben, l’elemento maschile che forgerà l’amicizia tra le due ragazze.
E intorno a quest’avventura, che tra eventi soprannaturali e naturalissimi litigi porterà a un finale tragico e reale, ruotano i diversi personaggi di Ondine. I genitori, lo sceriffo, i vecchi pettegoli, gli integralisti religiosi, il prete vecchia maniera... L’universo degli adulti, insomma, contro cui la meraviglia e la passione dei ragazzi sarà sempre costretta a scontrarsi, per poter mostrare ciò che l’occhio troppo abituato al mondo non vede.
Il pregio di uno stile limpido e semplice, è quello di non perdere mai di vista il target di pubblico a cui si rivolge, pur restando una piacevole lettura per tutte le età, soprattutto se si considera anche alcuni temi “importanti” introdotti nella parte finale.
Da segnalare, a livello di stile, l’abilità della Mitchell nel cogliere piccoli gesti, piccoli comportamenti, pensieri comuni dei personaggi, che li rendono credibili e reali, così come mescolanze di pregi e difetti.
A livello di edizione, se da un lato il carattere e l’interlinea piuttosto ampi possono essere visti come uno standard di collana giustificabile dal target, dall’altro è piacevole segnalare come la grafica curata e la copertina rigida, dotata di sovracopertina e piacevoli rifiniture argentate, impreziosiscano l’oggetto “libro”, rendendolo particolarmente adatto per un regalo.
In ogni caso, pur senza ambizioni di rivoluzionare un genere che ha già le sue pietre miliari proprio nella letteratura americana, Saundra Mitchell confeziona un romanzo gradevole, ottimo per i ragazzi, ma ideale anche per una lettura estiva agile e avvincente.
Voto: 7,5
[Gelostellato]

Incipit
Non era mai successo niente a Ondine, in Louisiana, nemmeno durante l’estate in cui scomparve Elijah Landry. Fu un caso eccezionale, «il caso del giovane Landry», per la precisione.
Il fatto che il suo corpo non fosse stato mai ritrovato diede a me e alla mia migliore amica Colette qualcosa su cui fantasticare. E a Ondine, fantasticare era praticamente l’unico passatempo possibile.
Stando al cartello dell’autostrada, Ondine ospitava 346 BRAVE PERSONE E 3 VECCHI BACUCCHI e doveva essere un bel posto in cui vivere, ma era tutta una bugia.
Il cartello era stato affisso dal papà di Ben Duvall dopo l’evacuazione. Ondine era sulla strada per Baton Rouge e tutti sembravano convinti che sarebbe bastato fare qualche ritocco qua e là per invogliare gli abitanti di New Orleans in fuga dall’uragano a stabilirsi nella nostra città.
Nessuno di loro però si era trattenuto più del tempo necessario per consumare la cena... Come biasimarli?
C’erano soltanto una stazione di servizio e una tavola calda chiamata Red Stripe che noleggiava dvd per tre dollari a serata, ma non aveva mai niente di interessante.