Il paziente zero

di Andrea Novelli, Gianpaolo Zarini - pagine 443 - euro 18,50 - Marsilio

Christophe Douvier è un corriere di diamanti per la multinazionale olandese De Weld. Dopo anni di irreprensibile lavoro ha deciso che quello alle miniere del Botswana sarà l'ultimo incarico. Non ha più tempo da perdere. Per lui non c'è più speranza. La diagnosi del suo medico non concede aspettative: tumore al polmone. C'è una sola cosa che Christophe Douvier vuole fare: assicurare un avvenire sereno a Isabeau, l'amata sorella. Come le altre volte ritira il prezioso carico, stavolta però con l'obiettivo di farlo sparire. Prima di lasciare il Sudafrica però Douvier, surfista appassionato, vuole realizzare un ultimo desiderio.

Una spiaggia di Durban è il posto giusto per l'ultima sfida alle onde. Ma il destino si materializza sotto forma di uno squalo, pronto a sovvertire ogni verità creduta e ad accendere la miccia di un complotto che vede coinvolti gli spietati vertici della De Weld, una branca deviata dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il popolo di un'isola misteriosa della Polinesia e uno spietato mercenario - Chimera - al soldo del miglior offerente (bol.it).
La coppia del thriller è tornata! Novelli & Zarini non deludono e cambiano completamente le carte in tavola rispetto al precedente romanzo "Per esclusione", questa volta infatti non ci sono serial killer ma cospirazioni, multinazionali senza scrupoli, fughe mozzafiato, guerriglie, sparatorie e perfino squali. L'azione non manca e nemmeno degli spunti su cui riflettere. Interessante.
Voto: 6,5

Incipit
Dovevano averlo a tutti i costi. Il modo non era fondamentale. L'importante era catturarlo vivo.
Christophe Douvier stava correndo affannato all'interno dello stretto cunicolo, con la schiena leggermente piegata per evitare il reticolo di tubazioni sul soffitto. La fuga era accompagnata dal ronzio monotono e dalla luce delle plafoniere a gabbia, una ogni due metri. Sembrava avesse guadagnato un po' di vantaggio sugli inseguitori. Si fermò un attimo, la faccia illuminata di sbieco da una luce malata, la mano in tasca per afferrare qualcosa. All'apparenza, un sassolino, che nessuno avrebbe degnato di uno sguardo e che solo l'abilità di un tagliatore avrebbe trasformato in un capolavoro di pura luce. A occhio e croce si poteva tirar fuori un diamante da dodici carati. Valore quattrocentottantamila dollari.