Immortali

di Maria Elena Cristiano - pagine 308 - euro 15,00 - Kimerik

Riti arcaici, sette millenarie, divinità ancestrali e ricerca dell’immortalità, questi sono gli ingredienti succulenti di "Immortali", romanzo d’esordio della simpatica Maria Elena Cristiano, che arriva dopo la consueta gavetta che l’ha portata comunque a piazzare un racconto nientemeno che su Fangoria.
Apparentemente siamo dalle parti di una storia d’amore semi adolescenziale che, all’inizio, vuoi per la presenza di un belloccio fascinoso che profuma di vampiro moderno lontano un chilometro, vuoi per la facilità magica con cui Mary si invaghisce di lui, potrebbe magari far storcere il naso, ma il pericolo di una trama tutta al femminile è comunque evitato per mezzo di un crescendo curioso e gestito con cura, che calibra attentamente ogni passaggio, sia esso propriamente horror, descrittivo o utile all’approfondimento psicologico dei protagonisti.

Lo stile di Maria Elena Cristiano è complessivamente fluido e asciutto, e la lettura è piacevole soprattutto per una buona capacità di scrivere dialoghi lunghi e credibili, ben inseriti nel contesto e assolutamente mai artificiali.
Qualche lentezza, qua e là, o qualche eccessivo didascalismo, sono momenti che magari potevano essere cesoiati in favore di un maggior ritmo, ma sia il flavour misticheggiante che le atmosfere egizie conferiscono continuamente buone intuizioni a una trama che si svela sobriamente a poco a poco.
Più che buono il lavoro della Kimerik: si vede che il romanzo è stato seguito per realizzare un prodotto finale accattivante, che cerchi quanto meno di discostarsi dal basso livello qualitativo medio delle piccole case editrici. Ottima scelta del carattere e buona impaginazione, e le imperfezioni si possono contare sulle dita di una mano. Meno bella l’immagine di copertina, dispersa in tutto quel nero che sicuramente meriterebbe un po’ più di vitalità essendo semplicemente il primo elemento su cui ricade l’occhio.
Si può quindi dire che "Immortali" è un lavoro più che sufficiente, valido e curato, e nell’universo della piccola editoria già questo è un piccolo successo.
Voto: 6
[Simone Corà]

Incipit
Il gatto ronfava pigramente. Il pelo grigio e nero risplendeva sommessamente nella luce tiepida di un incerto sole di primavera. Strani giochi d’ombre si rincorrevano sui muri della stanza creando arabeschi onirici dove volteggiavano, pigri, minuscoli granelli di polvere. Tutto era immerso in un silenzio immobile rotto soltanto dal ruggire sommesso di un’auto sconosciuta che conduceva chissà chi chissà dove.