Gli incubi di Hazel

di Leander Deeny - pagine 205 - euro 12,90 - Newton Compton Editori

Hazel, un’allegra bambina di otto anni, è ospite della terribile zia Eugenia e del suo antipatico cuginetto Isambard. Con loro vivono un cane con la testa di legno, un gruppo di papere che fumano sigarette, due maiali gemelli siamesi e non solo. Nascosti tra i cespugli, alle estremità del giardino, vivono anche strani mostri come il pitospino, il gorillapardo e lo struzzorana.

Magneticamente irresistibile grazie a una splendida edizione che preannuncia innocenti incursioni macabre in territori burtoniani, l’esordio di Leander Deeny è un libro ingannevole. Stregati dall’ottimo lavoro made in Newton, con una copertina che necessita continui palpeggiamenti (compratelo e capirete), ci si addentra in un universo che richiama ora le atmosfere care al papà di Edward Mani di Forbice, ora una certa letteratura fantastica per bambini di barkeria memoria.
E ci si inginocchia piangendo di fronte alle prime ottanta pagine, che contengono uno stile brillante, fresco e tipicamente british nel costruire frasi divertenti e tormentoni umoristici.
Si ride per la tenera fragilità di Hazel e per la superba superiorità di Eugenia. Si approva l’irresistibile sottomissione materna di cui è vittima Isambard e le briose caratterizzazioni della servitù. Insomma, si legge con vero piacere e con una furiosa curiosità che macina parole su parole.
Poi, il tracollo.
Improvvisamente, la scrittura perde ogni smalto, si svuota di quella spontaneità comica che sottolineava le disavventure di Hazel e fa proprio un anonimato penoso e monotono. È davvero inspiegabile questo rincoglionimento inaspettato, che delude e distrugge ogni bella speranza riposta nelle prime pagine.
È difficile infatti salvare qualcosa della seconda parte dell’opera, dove Deeny tenta di fare il verso a Walter Moers ma senza avere un briciolo della fantasia incontenibile del favoliere tedesco. La trama ricade su se stessa, offrendo personalità stereotipate (mostri spaventosi che in realtà sono ghiotti di biscotti e hanno un cuoricino tenero sotto sotto... yawn, sai che novità), un saliscendi narrativo privo di emozioni e un pessimo finale, tanto improbabile quanto fastidioso.
Da sottolineare le imbarazzanti escursioni diaristiche in prima persona, il momento più basso di un malloppo di pagine che già da solo rappresenta quanto di più soporifero abbia letto ultimamente.
Troppo facile etichettarlo come romanzo per bambini e sorvolare su tante superficialità e cali di ritmo, soprattutto in virtù di una prima parte spumeggiante e godibilissima. Qui, semplicemente, c’è qualcosa che non va nella scrittura di Deeny, che non può precipitare nell’abisso dopo aver dimostrato potenzialità così effervescenti.
Lo aspetto alla seconda prova.
Voto: 5
[Simone Corà]

Incipit
Buona sera.
Probabilmente tua madre merita di morire.
Sì, certo: tu vuoi bene alla tua mamma. Ma sei sicura di conoscerla bene? La conosci solo dal giorno in cui sei nata... mentre lei esisteva già da molti anni prima. Pensaci: anni e anni! Scommetto cento sterline che in quei lunghi, noiosissimi e solitari anni trascorsi prima che tu nascessi, lei ha fatto cose delle quali non ti ha mai detto nulla.
Guardala negli occhi e osserva le sue reazioni quando le dirai le seguenti parole:
Pettegolezzo!
Manipolazione!
Minaccia!
Inganno!
Peculato!
Incendio doloso!
Frode!
Rapina!
Furto di bestiame!
Satanismo!