di Clive Barker - pagine 700 - euro 5,11 - Sonzogno
Per anni sono stato innamorato del Clive Barker regista. Film come
Hellraiser, Cabal e Candyman mi hanno fatto godere e non poco. Incuriosito anche dalle
numerose recensioni positive nei forum riguardo ai suoi libri, ho deciso di dare una
chance anche allo scrittore.
Purtroppo le mie aspettative sono state deluse e non poco. Quella vena di originalità che
da sempre accompagna il nome di Barker pare essersi smarrita di colpo.
Galilee è un malloppone di 700 pagine dove a regnare è la noia
assoluta. Quasi nulla si salva ed è un vero peccato, perché volendo lo spunto da cui
parte la storia è interessante. Riassumendo: la povera Rachel, come una moderna
Cenerentola, sposa Mitchell Geary, ultimo discendente di una famiglia tra le più ricche e
potenti del mondo. La sua favola subisce un brusco risveglio a causa degli affari del
marito e dei suoi parenti, moderni Barbablù. Nel momento di massimo sconforto e dolore ha
la fortuna di incontrare Galilee. La ragazza crede di aver trovato finalmente il suo
principe azzurro, ma costui in realtà è un essere tormentato, errante per il mondo, con
la missione di accoppiarsi con uomini e donne per far provare loro il piacere puro,
l'estasi senza peccato. Inoltre appartiene alla famiglia Barbarossa, una stirpe divina da
secoli in guerra con i Geary e i due innamorati saranno costretti a combattere come due
moderni Renzo e Lucia.
Scusate se ho scomodato paragoni illustri, ma era solo per rendere un'idea della trama, i
cui unici aspetti interessanti si esauriscono in queste poche righe. Il resto è solo
noia, noia e noia con pagine di intrighi che ricordano molto vagamente le saghe di Dallas
e Dinasty (se siete amanti di queste fiction, chiedo scusa, non è mio scopo recare
offesa).
Però bisogna anche dar merito a Barker di possedere uno stile di scrittura fluido, di
tenere botta per pagine e pagine senza farti sbadigliare. Ma la forma non è tutto. Conta
anche la sostanza. Boccio quindi il libro, sperando di riuscire a recuperare altre opere
che possano giustificare lo slogan con cui vengono presentati i lavori di questi autore:
Ho visto il futuro dell'horror e il suo nome è Clive Barker di Stephen King.
Voto: 5
[Nanny Ranz]
Incipit
Per volere della mia matrigna, Cesaria Barbarossa, la casa in cui mi trovo in
questo momento fu costruita in modo che fosse rivolta a su-est. L'architetto - che fu
nientemeno che il terzo presidente degli Stati Uniti, Thomas Jefferson - contestò quella
decisione più volte e con grande eloquenza. Qui sulla mia scrivania ho le lettere che
Jefferson scrisse a questo proposito. Ma la mia matrigna fu irremovibile. La casa doveva
essere rivolta verso la sua terra natale, verso l'Africa e lui, quale suo impiegato,
dovette fare ciò che gli era stato ordinato.
È molto chiaro, comunque, leggere tra le righe delle missive di Cesaria (sono in possesso
anche di quelle; o, almeno, delle minute di quelle lettere) che Jefferson era ben più che
un semplice architetto; e che lei, per lui, era ben più che una donna testarda animata
dal perverso desiderio di costruire una casa in una palude del North Carolina, rivolta a
sud-est.