L'allegra compagnia del sogno

di James Graham Ballard - pagine 255 - euro 16,00 - Fanucci

Se dovessi definire questo libro di James Ballard in una parola, vi direi “straniante”. Ormai ho capito che è una capacità che il buon Graham possiede e sa usare molto bene, quella di far precipitare il lettore in un universo alieno, dove le regole sono stravolte, assurde, folli, eppure indecifrabilmente condivise e seguite.
Era successo nel “Condominio”, nell’”Isola di cemento”, e succede anche in questo romanzo che sta girando ora per le librerie in questa nuova(?) collana della Fanucci: Vintage. Cos’avrà mai di vintage questo libro non lo so, ma l’aver proposto questo lavoro di Ballard del ’79 è già un merito, e questo mi basta (Il titolo originale, con un significato completamente diverso, era: “The unlimited dream company”).

Qualche parola per riassumere la trama, prima di passare alle sue caratteristiche principali. Blake, l’indiscusso protagonista, è un ex-quasiprete, un ex-studente, un ex-pornoscrittore e un ex-unsaccodialtrecose, ed è ossessionato dall’idea di volare. Ruba un Cessna dall’aeroporto di Londra e precipita nel Tamigi dopo pochi chilometri, a Shepperton.
Rimane, miracolosamente incolume, dopo essere stato sott’acqua per diversi minuti e la piccola cittadina, popolata di personaggi stranissimi, lo adotta e lo imprigiona come se fosse un nuovo Messia. E Blake, i miracoli, li compie davvero, cavalcando la sua passione per il volo e una smania irresistibile (e ricambiata) di congiungersi carnalmente con tutti gli abitanti della cittadina. Così, in un delirio di visioni, sogna di trasformarsi in condor, in pesce spada, in cervo, trasformando via via tutti gli abitanti, in uccelli, pesci, mammiferi, mentre nel relitto del suo Cessna continua ad esserci un corpo che non sa di chi è. Blake diventa una specie di San Francesco che guarisce, trasforma ed esalta. Poi al potere visivo si legano le vicende, e la storia di Blake e della sua Shepperton prosegue come un moderno Vangelo.
Tutti i temi ballardiani, quindi, ritornano, cedendo però il passo a uno soprattutto: il potere visivo delle immagini. Ballard, pur scadendo in alcuni (pochissimi) momenti in immagine non sempre originali, offre al lettore delle visioni potenti ed evocative, spesso, come si diceva, stranianti.
Scene in cui Blake, con le mani imbrattate di sperma, fa crescere una foresta tropicale ovunque tocchi qualcosa e difende la sua cittadina dal mondo esterno attraverso alberi alti decine di metri, oppure dove trasforma tutti gli abitanti che si immergono nel fiume assieme a lui in ogni sorta di pesce, creando un Tamigi brulicante di focene, salmoni, cernie, trote, delfini e una balena, sono momenti tanto mistici, quanto allucinati.
Aldilà delle visioni, continuano a essere presenti i temi dell’isolamento (di Blake dagli abitanti e di Shepperton dal resto del mondo), della sessualità (che è il tramite con cui il nuovo Messia incontra la cittadina), della diversità (tutti i personaggi, nessuno escluso, sono dei diversi, degli anormali), dell’autodistruzione.
In definitiva, Ballard si conferma un cantore del diverso, e anche se nella sua “Allegra compagnia del sogno”, non s’incontra un lavoro completamente riuscito, siamo di fronte a un testo che fa della meraviglia e dello sbalordimento i propri punti di forza. Un libro che piacerà in ogni modo a chi già conosce Ballard, e spingerà chi non lo conosce colmare la lacuna.
Voto: 7
[Gelostellato]

Incipit
Prima di tutto, perché ho rubato l'aereo?
Se avessi saputo che solo dieci minuti dopo aver decollato dall'aeroporto di Londra il velivolo in fiamme sarebbe precipitato nel Tamigi, sarei salito ugualmente nell'abitacolo? Forse fin da allora avevo una confusa premonizione degli strani eventi che si sarebbero verificati nelle ore successive al mio salvataggio.
Mentre sono qui in piedi, al centro di questa cittadina deserta in riva al fiume, riesco a vedere la mia tuta da aviatore stracciata che si specchia nelle vetrine di un vicino supermercato, e ricordo chiaramente il momento in cui sono entrato nell'hangar incustodito dell'aeroporto. Sette giorni fa la mia mente era fredda e tesa come il tettino d'acciaio sopra la mia testa. Mentre mi sistemavo sul sedile del pilota allacciando le cinture sapevo che i fallimenti e le false partenze di una vita intera stavano finalmente per lasciare spazio alla più semplice e la più misteriosa di tutte le azioni: il volo!