di Glauco Silvestri - pagine 132 - euro 14,00 - Edizioni Il Filo
Bologna 31 ottobre 2003. Nell'arco di questa giornata, la città è sconvolta da una serie di misteriosi ed efferati omicidi: alle vittime, tutti giovani al di sotto dei trent'anni, viene aperto il ventre dal petto all'inguine ed estratte le viscere. Gli unici indizi sono l'incisione a fuoco del delitto su un muro nelle vicinanze e la presenza di un gatto nero. Le indagini sono affidate al tenente dei Carabinieri Alessandro Volpi e a Marcella, affascinante sottotenente della scientifica. I due agenti saranno costretti a rivedere il loro concetto di razionalità e ad immergersi nella cultura celtica per riuscire a risolvere la situazione.
31 ottobre è un'opera che cerca di farsi notare nel panorama letterario
underground italiano mischiando tradizioni celtiche, degne dei classici dell'orrore, ad
un'ambientazione nostrana, la città di Bologna descritta nei minimi termini. Il risultato
è senza dubbio apprezzabile, ma bisogna chiarire alcuni punti. Questo libro assume più i
connotati di un racconto lungo che quelli di un romanzo: ambientazione temporale molto
ristretta, accade tutto in un giorno; ritmo velocissimo ed incalzante, si passa da un
omicidio all'altro senza lasciare al lettore il tempo di riflettere; psiche dei personaggi
quasi assente o solamente accennata. Glauco Silvestri vuole far divertire
il lettore, portarlo a leggere la sua opera senza dargli il tempo di annoiarsi, senza
perdersi in meticolose descrizioni di procedure, deduzioni, spiegazioni scientifiche et
similia. Lui stesso nelle note ha dichiarato che la sua opera, pur essendosi documentato
sulla cultura celtica e su Bologna, è lungi dall'essere precisa. Ha voluto semplicemente
scrivere una storia di fantasia, calandola nella nostra realtà, arricchendola di spunti e
situazioni tipiche dei giorni nostri, basti pensare a Striscia la notizia.
Chiuso il libro, possiamo dire di aver sbuffato ed esserci pentiti di averlo letto?
Assolutamente no. Possiamo affermare che l'autore ha raggiunto il suo scopo? Penso proprio
di sì e di questo ringraziamo Silvestri.
Voto: 6,5
[Nanny Ranz]
Incipit
Il ticchettio rapido dei suoi passi echeggiava tra le arcate dei portici del
Pavaglione. Il respiro affannato. Il sudore freddo sulla fronte. Le caviglie doloranti per
via dei tacchi a spillo.
Mai avrebbe pensato di odiare quelle scarpe da duecento euro.
L'aria gelida le saliva lungo la schiena coperta. La città dormiva ancora, era mattina
presto, venerdì.
Alle sue spalle non sentiva alcun rumore. Solo il ticchettio di quei maledetti tacchi a
spilo.
Forse non la stava seguendo.
Forse quella corsa sfrenata stava accecando i suoi sensi.
Non osava voltarsi. Se fosse stato proprio alle sue spalle avrebbe avuto un'ottima
occasione per raggiungerla e...