di Danilo Arona - pagine 226 - euro 3,90 - Mondadori Segretissimo
"Che legame c'è tra un disastro aereo sopra Bassavilla, Italia del Nord, e un
macabro omicidio perpetrato sull'ultimo promontorio della costa lusitana?
Quale logica connette la mostruosa strage di donne di Ciudad Juárez, Messico, con un
misterioso gruppo egiziano chiamato Fratelli di Sekhmet?
Perché un'antropologa dell'università di Lisbona è in cima alla lista di eliminazione
del gotha della mafia messicana?
Sono solo alcuni dei sanguinari enigmi nei quali si trova immerso Carlos Quintana, un
funzionario della polizia portoghese.
In bilico tra crimine organizzato, esoterismo fondamentalista e la spada di Damocle di un
armageddon biologico, il conto alla rovescia verso "la fine dei giorni" potrebbe
essere già cominciato.
Danilo Arona non ha bisogno di presentazioni. Prolifico autore horror
nostrano, è in attività oramai da diversi anni, con risultati davvero apprezzabili.
Nato nel 1950 ad Alessandria, diventata poi la sua Bassavilla, controparte spettrale della
città piemontese, Arona è giornalista, scrittore, grande conoscitore di cinema,
esoterismo e letteratura.
Finis Terrae è la sua escursione nel mondo della famosa
collana Segretissimo, di cui fanno tra l'altro parte molti autori nostrani di
grosso calibro (Stefano Di Marino, Alan Altieri, Gianfranco Nerozzi, Secondo Signoroni e
via discorrendo).
In questo romanzo Arona riesce abilmente a mischiare le tematiche classiche proposte da
Segretissimo (criminalità organizzata, spy-story, hard boiled) con gli argomenti a lui
più cari: esoterismo legato al terrosismo fondamentalista, e l'ombra di antichi culti a
fare da sfondo al tutto.
Questa volta però Arona gioca anche la carta dell'ironia, o meglio dello humor nero.
Alcuni personaggi che si muovono nella Bassavilla di questo romanzo riescono a strappare
ben più di un sorriso.
Come tutti gli altri libri di Arona, anche questo è in grado di inquietare senza evocare
porte cigolanti ed effetti speciali da buon mestierante. Le paure che evoca l'autore sono
piuttosto legate a un mondo occulto che sta tutto intorno a noi, e di cui non ci
accorgiamo quasi mai, tranne quando il Male si scatena mettendo in atto i suoi piani. È
proprio così che l'apparentemente placida provincia piemontese si scopre in realtà
legata a crimini rituali nati in terre e tempi antichissimi, e tuttora perpetrati da
persone spietate votate a una lotta millenaria.
Il Male antico che cambia nome e bandiera, ma non obiettivo: portare il mondo alla sua
fine.
Voto: 7
[Alessandro Girola]
Incipit
Luglio 1996
Aveva sbagliato tutto.
Aveva sbagliato uomo, vacanza e compagni di viaggio. Aveva persino sbagliato giorno e ora
in cui alzarsi dal letto. E aveva sbagliato nell'uscire da sola dall'albergo per infilarsi
in quell'escursione al tempio di Karnak.
Invece, una volta giunta a destinazione, si era ricreduta. Il maestoso e immenso complesso
di templi e viali, inframezzati da cappelle votive e laghi sacri, l'aveva conquista. Lei,
per gettarsi alle spalle i suoi troppi errori, si era perduta intenzionalmente nei meandri
di quell'arte antica che abbagliava e che stordiva solleticando i sensi di un'ebrezza
quasi sessuale. Chi abitava lungo il Nilo da sempre lo sapeva: all'interno di quelle mura
spesse oltre dodici metri lo spirito vendicativo della Dea s'incanalava nelle volute del
labirinto, disorientando il visitatore e accarezzandogli l'inconscio.