di Elizabeth Hand - pagine 238 - Sonzogno
In un futuro non troppo lontano una devastante epidemia ha decimato la popolazione mondiale, i pochi superstiti vivono sottoterra mentre gli animali e le piante hanno di nuovo preso il controllo di tutta la Terra. Alcuni scienziati decidono di inviare il prigioniero James Cole indietro nel tempo, nel 1996, l'anno in cui ebbe inizio il contagio. La sua disperata missione consiste nel rintracciare l'Esercito delle 12 Scimmie, un gruppo di eco terroristi colpevoli di aver diffuso il virus.
Ispirandosi alla sceneggiatura originale di David e Janet Peoples, Elizabeth Hand ha scritto "L'esercito delle 12 scimmie", libro che segue
fedelmente la trama dell'omonimo film diretto da Terry Gilliam.
E' assai suggestiva e intrigante la vicenda di James Cole, un uomo disperato e senza
speranza che si muove tra un passato che corrisponde al nostro presente e un futuro
apocalittico e inquietante. La narrazione pulita e coinvolgente dell'autrice rendono
questo libro appetibile fin dalle prime pagine. Come tasselli di un puzzle, tra le righe
vi sono alcuni elementi che svelano piano piano la strabiliante sequenza finale del libro.
Un fanta/thriller originale e intelligente da leggere assolutamente! Voto: 8,5
Incipit
Nel sogno c'è il tuono, gente che grida, il sibilo attenuato di un interfono.
Molto in alto, uno schermo mostra gli orari dei voli, una foto di bimbi sorridenti. A
venti metri di distanza una donna s'inginocchia sul pavimento di mattonelle di fianco a un
uomo con una camicia a fiori. Mentre il ragazzo li osserva, la mano della madre si serra
attorno alla sua. Riesce a sentire il sudore del padre, più forte del dopobarba Old
Spice, a udire la voce del padre che ingiunge, mentre lo strattona e lo trascina via con
forza:
"Andiamocene..."
Poi il trepestio di passi che corrono, il lamento stridulo e lontano di un allarme, da
qualche parte dell'aeroporto. Guarda fisso, rifiuta di muoversi e arriccia il naso. C'è
un odore stranamente familiare e nello stesso tempo sconosciuto, qualcosa che di sicuro
non ha mai sentito prima: salnitro e metallo bruciacchiato. Per un istante si chiede se
non si tratti di un sogno, se non abbia dimenticato qualcosa. Ma poi la voce del padre
diventa irosa, addirittura spaventata.
"... Andiamocene, non è posto per noi."
Mentre i genitori lo portano via in fretta, il raggo allunga il collo, ancora affascinato
dalla visione della donna inginocchiata. I capelli color dello zucchero filato risplendono
sotto le luci fluorescenti, la bocca è aperta com per ricevere un bacio, ma lui pensa che
non sia così, che sia sul punto di urlare...
Ma la donna non urla. La sua testa si avvicina a quella dell'uomo. Anche da lontano riesce
a vedere le lacrime che sgorgano, un piccolo rigagnolo nero di mascara. L'uomo disteso sul
pavimento solleva una mano. Tocca la donna e le dita lasciano piccoli boccioli rossi sulla
sua guancia. Poi la mano ricade inerte sul petto, dove fioriscono altri boccioli,
rigogliosi e umidi, e macchiano di rosso la sgargiante camicia hawaiana.
"Volo 784 per San Francisco: i passeggeri sono pregati di presentarsi
all'imbarco", annuncia l'altoparlante. "Cancello numero 38, cancello
numero..."
Adesso c'è gente dappertutto. Alcuni aiutano la donna ad alzarsi, altri si
accovacciano di fianco all'uomo sul pavimento e gli aprono la camicia hawaiana con gesti
frenetici. In lontananza il ragazzo ode una sirena che ulula, il gracchiare di un
radiotelefono. Il padre lo spinge bruscamente dietro un angolo. La mano della madre
s'infila fra i suoi capelli e la sente mormorare, più a se stessa che a lui:
"Va tutto bene, non preoccuparti, andrà tutto bene..."
Ma anche allora capì che stava mentendo, che nulla sarebbe andato bene di nuovo. Anche
allora capì che aveva visto un uomo morire.