Ossario

di Kathy Reichs - pagine 457 - euro 8,40 - Bur Rizzoli

Montreal. Quebec. Canada.
Il corpo di un presunto omicida viene rinvenuto nello sgabuzzino di una baita di campagna. Sono trascorsi diversi giorni dalla morte dell’uomo e i gatti hanno fatto scempio del lato sinistro del suo viso. L’antropologa forense, Tempe Brennan, chiamata ad interpretare le lesioni rinvenute sul corpo, riceve da uno sconosciuto la foto di uno scheletro. In un inglese approssimativo, le lascia intendere che la chiave per la risoluzione del caso sta tutta lì. Un criptico messaggio, vergato a mano, le apre le porte di un mistero di portata internazionale. E senza rendersene conto, Tempe si trova coinvolta in un enigma in grado di sovvertire e riscrivere duemila anni di religione.

Animata dalla consueta perizia investigativa e coadiuvata dal detective Andrew Ryan e dall’archeologo Jack Drum, Tempe accerta che le ossa ritratte nella foto appartengono ad un insieme di resti rinvenuti negli anni ’60 in una grotta nei pressi di Masada (ebraico, "fortezza"), luogo che conserva i resti dell'ultima postazione tenuta dagli ebrei zeloti nella rivolta contro la dominazione romana (66-73 d.C.). E proprio in quell’ossario, la casuale scoperta di un sudario ripropone inquietanti interrogativi in grado di sconvolgere le fondamenta del Cristianesimo. Davvero uno dei sepolcri può essere veramente quello di Gesù? O si tratta semplicemente di una complessa mistificazione ben architettata? Quando le risposte stanno per emergere e le tessere di questo intrigato puzzle sembrano incastrarsi a perfezione, le cose cominciano a complicarsi.
E l’avvenente Tempe, disposta a scoprire l’incredibile verità, potrebbe pagare un prezzo troppo alto. Anche la sua stessa vita.
Thriller ben scritto. Scorrevole. Intrigante. Molto particolareggiato. Dettagliato dal punto di vista scientifico-antropologico. L’autrice, Kathy Reichs, docente di antropologia e antropologa forense presso l’ufficio di patologia legale del North Carolina, fa propri i casi della vita tracciando resoconti patologici fin troppo dettagliati. Il romanzo, basato su scavi realmente effettuati nel biennio ‘63-’64 nella Palestina sud-orientale, e sul rinvenimento di ossa nella cosiddetta grotta 2001, nonché sulla recente scoperta dell’ossario di San Giacomo, apre inquietanti prospettive sull’esistenza di pseudo-verità già ampiamente affrontate in altri romanzi (Il Codice da Vinci, in primis), sulla fine dei giorni di Cristo. La trama, per quanto incredibile possa sembrare, fonda la sua consistenza su fatti reali e documentati. Il tutto condito da un bel pizzico di fantasia. Nel complesso la lettura risulta gradevole. Un po’ ampollosa nelle descrizioni particolareggiate degli esami autoptici et similia. L’unica pecca di questo romanzo è l’affrettata conclusione. Ci si sarebbe aspettato un finale diverso per un romanzo dalla trama così contorta, surreale ma suggestiva allo stesso tempo. Nel complesso un buon romanzo, un thriller da non perdere per chi è amante del genere.
Voto: 7
[Carmine Cantile]

Incipit
Dopo la cena di Pasqua a base di purè, prosciutto e piselli, Charles “le Cowboy” Bellemare sottrasse alla sorella una banconota da venti, guidò fino a Verdun, entrò in una crack house e scomparve.
Quell’estate la crack house fu venduta. Ma durante l’inverno i nuovi proprietari si accorsero che il camino non tirava bene. Il 7 febbraio, un lunedì, il padrone di casa decise di ripulire la canna fumaria e vi infilò il manico di un rastrello. Una gamba essiccata cadde sulla cenere del focolare.