Tu e un quarto

di Jonathan Carroll - pagine 278 - euro 15,50 - Lain Editore

Prendete un solido backgroung americano e trapiantatelo in una sano ambiente mitteleuropeo. Con esso costruiteci dei piccoli incubi, a mò di favola, adattandoli a una serie di idee originali. Eliminate qualunque orrore palese o scena “ad effetto”, ma abbondate di toni pacati e descrizioni azzeccate di luoghi e personaggi. Servite il tutto con una scrittura fluida, sobria e gradevole. Dovreste ottenere qualcosa di molto simile alla raccolta di racconti di Jonathan Carroll proposta dalla Lain editore (la stessa di “100 colpi di spazzola...”).

L’autore, americano che vive a Vienna, ci offre, con una ventina di lavori, sia brevi che lunghi, uno spaccato di quello che probabilmente è stata la sua palestra narrativa prima dei numerosi romanzi pubblicati negli ultimi anni (sempre per la Lain). Bisogna considerare, infatti, che mentre questa raccolta è fresca di stampa (italiana) quella originale risale al 1995.
Ad accomunare tutti i racconti, ambientati sia in Europa, sia negli Stati Uniti, è la presenza di due caratteristiche che risulteranno, alla fine del libro, due gradevolissimi pregi.
Da un lato vi è la trattazione del soprannaturale, e la sua accettazione, con una disinvoltura e una semplicità estreme, rendendo normale ciò che non lo è. Dio, amici immaginari, il diavolo, case che ricordano i proprietari, cani che comunicano, denaro che pensa e altre stravaganze passeggiano indisturbate per le pagine del libro, senza il bisogno che nessuno si sorprenda.
Dall’altro lato vi è l’aspetto più inquietante di ogni singolo racconto: una visione alternativa e intensa delle situazioni quotidiane, che le rende tragiche e angoscianti. Un padre che vede il mondo con gli occhi del figlio ritardato o un uomo che si rende conto di quanto male ha fatto alla sua casa vivendola in solitudine e tristezza sono solo alcuni dei drammi umani che Carroll analizza, utilizzando l’elemento fantastico.
I due aspetti, per altro, sono strettamente connessi: l’elemento soprannaturale è come una luce scura che si getta sugli incubi reali, rendendoli protagonisti alla pari nel racconto. Come un binario, l’intreccio tra i fatti concreti e i percorsi psicologici attraversa ogni racconto, portando il lettore alla conclusione dei fatti e all’inizio della riflessione.
Ne esce un bestiario di persone reali che si relazionano a personaggi fantastici creando storie bizzarre.
In conclusione una raccolta di racconti davvero ben riuscita, senza punti deboli, proposta in un libro che riscatta il suo prezzo anche attraverso un buon layout (oltre alla piacevole copertina, da notare anche l’azzeccata scelta di andare a capo con il trattino, piuttosto che utilizzare la “classica” giustificazione dei paragrafi)
Voto: 7,5
[Gelostellato]

Incipit da “Il signor Sviolino”
II giorno in cui ho compiuto quarantanni Lenna Rhodes mi ha invitata a pranzo a casa sua. È una tradizione ormai: festeggiamo ogni nostro compleanno con un bel pranzo, un regalo carino e un pomeriggio di risate per dimenticare che ormai ci ritroviamo un anno di più.
Ci conosciamo da anni, da quando, sposandoci, siamo entrate nella stessa famiglia: sei mesi dopo il mio sì a Eric Rhodes, lei è andata all'altare con Michael, il fratello di mio marito. Lenna è stata più fortunata di me: lei e Michael sono ancora strafelici insieme, mentre io ed Eric abbiamo continuato a litigare per tutto finché non abbiamo divorziato.
Con mia grande meraviglia e un certo sollievo, Lenna e Michael mi hanno aiutato moltissimo al tempo del divorzio anche se si sono trovati a dover affrontare non pochi ostacoli spinosi legati ai doveri di famiglia e di sangue.
Abitano in un grande appartamento sulla Centesima Strada con lunghi corridoi e poca luce. Ma anche se non è molto luminoso, è bello con tutti quei giocattoli sparsi ovunque, i giubbotti colorati ammonticchiati uno sopra l'altro, le tazzone da caffè con su scritto «La mamma più meravigliosa del mondo» e «Dartmouth, Canada». È una casa piena di amore e di confusione, di disegni dei bambini appesi sul frigorifero accanto a promemoria per non dimenticare di acquistare «La Stampa». Michael è proprietario di un elegante negozio di penne stilografiche, mentre Lenna lavora come giornalista freelance per «Newsweek». Il loro appartamento è come la loro vita: ben strutturato, ha soffitti alti, trabocca di combinazioni e possibilità interessanti. È sempre piacevole andarci e respirarne un po’ l’atmosfera.