Painlog

di Luca Zaffini - pagine 320 - euro 14,00 - Delos Books

In una Terra del futuro, la società è dominata dai seguaci del Nehilaismo, una religione nata dalle ceneri del cristianesimo, che ha preso il potere spazzando via tutte le altre religioni con un'offensiva chiamata la Reconquista. Razor Kaine è un reietto, che trascina la sua disperata e misera esistenza nella moderna e violenta Adriapolis. Non riesce a perdonarsi di aver ucciso per errore, durante un'incursione, ai tempi della polizia, la sua amata Lylian. Ad un tratto però, l'esistenza della Terra viene sconvolta da un'incredibile rivelazione: una sonda mandata in missione in un buco nero, manda delle immagini di un pianeta buio ed oscuro. Le creature che lo abitano hanno il volto ed il corpo dei cari morti sulla Terra. La sonda ha scoperto dove vanno a finire le anime dei morti, ha scoperto l'inferno.

Tre sono i motivi per cui consiglio la lettura di questo libro:
1) è l'opera prima di un autore italiano, per cui bisogna sempre concedere il beneficio del dubbio, quando uno scrittore italiano cerca di farsi faticosamente strada in un campo difficile come l'editoria italiana;
2) è pubblicato dall'Associazione DelosBooks, che da anni si batte per dare voce e spazio agli autori emergenti e permettere loro di avere una possibilità;
3) è un buon romanzo che si lascia leggere.
Indubbiamente, chiariti questi primi tre punti, bisogna passare ad un'analisi più approfondita, tenendo conto però che si tratta di un'opera prima: in alcuni passi la lettura non è facile, lo stile lascia un po' a desiderare, specie nelle descrizioni troppo scientifiche, che rendono i passi duri da digerire. La trama, a parte le idee sul pianeta misterioso e sul Nehilaismo, non sembra eccellere per originalità, con personaggi a volte un po' stereotipati, ma comunque analizzati molto bene nella loro psiche e resi molto reali. Luca Zaffini porta avanti la sua opera abbastanza bene, pagina dopo pagina, non perdendo mai il filo del discorso ed il lettore alla fine si può ritenere più che soddisfatto del libro acquistato. Un buon giorno che si vede dal mattino, sperando che a questo ne seguano altri.
Voto: 6,5
[Nanny Ranz]

Incipit
La prima volta che la Tv trasmette i dannati, Razor Kaine si sta facendo tatuare la morte sull'avambraccio.
Alza lo sguardo, per non annoiarsi di fronte ai bambù che impregnano la carne di pigmenti vegetali. L'impianto mediatico del banchetto di tatuaggi, essenziale per distrarre i clienti dal dolore e dalle condizioni igieniche pari ad una fogna di Calcutta, è un vecchio 16:9 al plasma. Lungo i montanti, a coprire ammaccature sul telaio d'alluminio, adesivi fluorescenti di prodotti per calvizie. L'immagine sullo schermo è grigia come cenere vulcanica. È essenzialmente per lo scialbo paesaggio sul display, peggio delle montagne Afgane in una notte invernale, che Razor non si sofferma sulle immagini e sulle scritte in sovrimpressione. Scambiando i latrati d'afflizione per un nuovo video rock torna ad osservare il lavoro del tatuatore, un vecchio tunisino con al cataratta all'occhio destro. Utilizza un sadico metodo tradizionale di tattooing, percuotendo bastoncini di bambù con un martello.