Fuoco freddo

di Dean Koontz - pagine 448 - euro 5,95 - Sperling Paperback

Un misterioso istinto spinge Jim Ironheart, un distinto insegnante americano, a salvare persone che nemmeno conosce da imprevedibili situazioni di pericolo.
La giornalista Holly Thorne, in cerca di uno scoop che possa dare una svolta alla propria carriera professionale, assiste casualmente ad uno di questi prodigiosi salvataggi. La donna si trova così coinvolta nella avventurosa vita di Jim ma il pericolo è dietro l'angolo, infatti un potente e mortale nemico farà di tutto pur di ucciderli.

Koontz con "Fuoco freddo" ha dato vita ad un romanzo ricco di azione e di pregevoli momenti di suspense. Il giudizio globale è tutto sommato positivo anche se manca quell'ulteriore tocco che potrebbe renderlo qualcosa di più di un discreto libro. Voto: 7,5

Incipit
Già prima di ciò che accadde nel supermercato, Jim Ironheart avrebbe dovuto capire che c'erano guai in arrivo. Quella notte aveva fatto un sogno: era in un campo coltivato e fuggiva, inseguito da uno stormo di grossi uccelli neri che gli volavano attorno strillando in un turbinio di ali e lo colpivano con i becchi ricurvi, affilati come bisturi da chirurgo. Quando si svegliò, senza fiato, uscì sul balcone così com'era, con addosso i calzoni del pigiama, per respirare un po' d'aria fresca. Ma alle nove e mezzo del mattino la temperatura, che aveva già superato i trenta gradi, non fece che aggravare la sensazione di soffocameno di quando si era svegliato.
Una lunga doccia e una rasatura lo rinfrescarono.
Il frigorifero non conteneva altro che un pezzo di torta Sara Lee andata a male. Sembrava la coltura di laboratorio di qualche nuovo ceppo di botulino intensamente virulento. L'alternativa era morire di fame o uscire in quel calore da fornace.
Quella giornata di agosto era così torrida che gli uccelli, quelli fuori dai confini dei brutti sogni, preferivano il riparo ombroso degli alberi agli spazi aperti, infuocati dal sole, del cielo della California meridionale; se ne stavano silenziosi nei loro rifugi frondosi, cinguettando di tanto in tanto, senza entusiasmo. I cani si muovevano con passo rapido lungo i marciapiedi roventi come graticole. Nessuno - uomo, donna o bambino - si fermava a controllare se fosse possibile friggere un uovo sull'asfalto: lo accettava come un dogma di fede.
Dopo una colazione leggera sotto l'ombrellone di un caffè sul lungomare di Laguna Beach, si ritrovò daccapo spossato e avvolto in un velo di sudore. Era una di quelle rare occasioni in cui al Pacifico non riusciva di produrre neppure una lieve brezzolina.