Shining

di Stephen King - pagine 429 - euro 4,60 - Tascabili Bombiani

A causa del suo pessimo carattere Jack Torrance, un ex-alcolizzato con l'ambizione di diventare scrittore, perde il posto di insegnante. Ridotto sul lastrico accetta di lavorare come guardiano all'Overlook, un lussuoso albergo situato sulle alte montagne del Colorado che infatti rimane chiuso e incustodito durante i rigidi mesi invernali. Partito con la moglie Wendy e il figlio Danny, un ragazzino molto speciale, Jack imparerà che l'Overlook non è un albergo come gli altri ma è qualcosa di più, è un edificio dal passato sinistro che possiede oscuri poteri ed è infestato da diaboliche presenze tanto potenti da condurre Jack alla follia...

Bloccati dalla neve e isolati dal resto del mondo, la moglie di Torrance e il piccolo Danny dovranno affrontare da soli gli incubi dell'albergo e i nuovi istinti omicidi dell'uomo. "Shining" è senza dubbio uno dei romanzi più famosi e inquietanti scritti dal grande Stephen King. La superba narrazione dell'autore accompagna chi legge in un folle viaggio senza ritorno in un abisso di visioni e incubi infernali. Claustrofobico, allucinante... semplicemente un grande libro horror! Voto: 9

Incipit
Jack Torrance pensò: Piccolo stronzo intrigante.
Ullman era alto poco più di un metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma non severo. Sono un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel completo alla clientela solvente. Al personale stipendiato parlava invece in modo più sbrigativo: sarà meglio che filiate diritto. Voialtri. All'occhiello spiccava un garofano rosso, forse per evitare che per la strada qualcuno scambiasse Stuart Ullman per il titolare dell'impresa di pompe funebri.
Mentre ascoltava Ullman, Jack ammise tra sè che, date le circostanze, con tutta probabilità non gli sarebbe piaciuto proprio nessuno, da quella parte della scrivania.
Ullman gli aveva posto una domanda che Jack non aveva afferrato. Molto male: Ullman era il tipo capace di archiviare uno sbaglio del genere in uno suo schedario mentale per tornarci sopra in un secondo momento.
"Scusi?"
"Le ho chiesto se sua moglie ha capito esattamente quali saranno le sue responsabilità, qui. E poi c'è suo figlio, naturalmente." Chinò lo sguardo sulla domanda di assunzione che gli stava di fronte. "Daniel. Sua moglie non è un tantino spaventata all'idea?"
"Wendy è una donna straordinaria."
"E suo figlio? E' straordinario anche lui?"
Jack sorrise di un largo sorriso da pubbliche relazione. "Ci compiacciamo di crederlo, direi. E' abbastanza indipendente, per essere un bambino di cinque anni."