di Marco Furlan - pagine 44 - euro 9,00 - Editrice Nuovi Autori
L'antologia "Mentre stava incominciando a piovere", scritta da Marco Furlan, è costituita da quattro racconti che spaziano dal fantastico al grottesco, tra passato e futuro le storie sono condite da numerosi elementi surreali e di puro horror.
Apre il libro "L'ombrello" che narra di un giovane alle prese con uno strano oggetto parlante; "Il paese del male" è ambientato in un piccolo borgo medievale vittima della tirannia di un vescovo senza scrupoli; ne "Il paese dei ricordi" un ragazzino, durante un soggiorno in montagna, incontra un vampiro. Chiude l'antologia "L'acquario" che illustra la vicenda di un ladro alla scoperta di un misterioso sotterraneo. Voto: 6
Incipit (dal racconto "L'ombrello")
Come ogni pomeriggio Reitel Finitel stava tornando a casa dopo la solita
passeggiata per il centro della città.
Cobracon era una piccola città attraversata da un grande fiume, chiamato Miniera Di
Pesci, che, come un labirinto, si diramava all'interno di essa e le sue alte e vecchie
case erano costruite una vicina all'altra formando un'infinità di strette vie che
salivano e scendevano per la città.
Le nuvole nere che si vedevano minacciose in fondo all'orizzonte avevano ormai coperto il
cielo sopra il testa di Reitel e stava incominciando a piovere.
Reitel si mise a camminare più veloce e mentre stava per ripararsi sotto l'arco di una
casa vide, sull'argine del fiume che scorreva alla sua destra, un vecchio ombrello rotto
con la tela stropicciata e sgualcita che galleggiava vicino al bordo della strada dove
l'acqua era ferma.
Reitel si fermò e decise di avvicinarsi per guardarlo meglio.
Ora l'ombrello era proprio davanti a lui che galleggiava a circa un metro dal bordo della
strada e Reitel non sapeva spiegarsi il perchè, ma quell'ombrello tutto rotto gli faceva
pena. Il ragazzo si commosse e insieme al rumore della pioggia che cadeva sull'acqua
sentì anche una voce: "Ciao." Reitel sbarrò gli occhi perchè gli sembrò che
quella voce provenisse dall'ombrello, ma poi pensò subito che qualcuno gli avesse fatto
uno scherzo, avendolo visto commuoversi fissando un ombrello rotto sotto la pioggia.
Si girò di colpo ma non c'era nessuno, andò dietro le colonne dell'arco della casa alle
sue spalle, ma non vide nessuno; guardò anche sulle finestre delle case più vicine ma
erano sbarrate.
Si girò da tutte le parti, ma non c'era nessuno e nessun posto dove qualcuno poteva
essersi nascosto così vicino.
Si bloccò per un momento e poi disse: "Non può essere." Reitel non vedeva
l'ora di avere una conferma al suo presentimento: aveva sempre sognato che la fantasia
potesse trasformarsi in realtà.
Andò velocemente verso quell'ombrello e lo vide ancora lì fermo a galleggiare come
prima.
Il ragazzo pieno di speranza si chinò a guardarlo nuovamente e poi sentì ancora quella
voce: "Ciao." Questa volta Reitel capì che la voce proveniva proprio da quel
vecchio ombrello, il ragazzo stupito incominciò a muoversi freneticamente di qua e di
là, poi, nonostante la situazione fosse insolita, si fece coraggio e gli rispose:
"Ciao, è con te che sto parlando?"
"Sì" gli rispose l'ombrello.
"E' pazzesco, sto parlando con un ombrello, ma gli ombrelli mica parlano, le cose
possono parlare?"