Niente di vero tranne gli occhi

di Giorgio Faletti - pagine 499 - euro 18,60 - Baldini Castoldi Dalai

New York. Alcuni celebri personaggi della grande metropoli americana, tra cui il figlio del sindaco, vengono brutalmente uccisi da un serial killer tanto spietato quanto fantasioso, ogni vittima infatti, come fosse una macabra statua di cera, viene ritrovata in grottesche posture che ricordano i protagonisti dei Peanuts, i fumetti di Schulz. Jordan Marsalis, ex tenente di polizia, insieme al commissario italiano Maureen Martini si ritrovano forzatamente coinvolti nelle indagini.

"Niente di vero tranne gli occhi" è obiettivamente un discreto thriller ma non offre nulla di nuovo rispetto a "Io uccido", la precedente opera di Giorgio Faletti. Le strutture dei due romanzi sono molto simili: c'è l'affascinante poliziotto stile George Clooney, c'è la bella di turno da conquistare e non manca ovviamente l'insospettabile killer che uccide in modo stravagante le proprie vittime. Voto: 7

Incipit
Il buio e l'attesa hanno lo stesso colore.
La ragazza, che un giorno sarà seduta nell'oscurità come in una poltrona, ne avrà avuto a sufficienza dell'uno e dell'altra per averne paura. Avrà imparato fin troppo bene e a sue spese che la vista a volte non è un fatto esclusivamente fisico ma mentale. Improvvisamente, i fari di una macchina di passaggio disegneranno un riquadro luminoso che percorrerà le pareti con rapida furtiva curiosità, come alla ricerca di un punto immaginario. Poi, dopo la prigionia delal stanza, quel ritaglio di luce ritroverà la libertà della finestra e tornerà fuori, all'inseguimento della macchina che l'ha generato. Oltre la cortina delle tende, oltre i vetri, oltre i muri, nel buio giallastro di mille luci e di mille neon, ci sarà ancora quella follia incomprensibile che chiamano New York, la città che tutti dicono di detestare e che tutti continuano ostinatamente a percorrere con l'unico scopo non dichiarato di capire quanto l'amano. E col terrore di scoprire quanto poco ne sono riamati. Così, si ritrovano, a essere solo uomini, uguali a quelli che popolano tutto il resto del mondo, semplici esseri umani che si rifiutano di avere occhi per vedere, orecchie per sentire e una voce da contrapporre ad altre voci che gridano più forte.
Sul tavolino di fianco alla sedia su cui è seduta la ragazza ci sarà una Beretta 92 SBM, una pistola di dimensioni leggermente ridotte rispetto al normale, appositamente costruita per adattarsi a una mano femminile. Prima di appoggiarla sul piano di cristallo avrà inserito con un gesto il colpo in canna e il rumore dell'otturatore sarà rimbalzato nel silenzio della stanza col suono secco di un osso che si spezza. A poco a poco i suoi occhi si saranno adattati all'oscurità e riuscirà ad avere la percezione del luogo in cui si trova anche con le luci spente. Lo sguardo della ragazza sarà fisso sulla parete davanti a lei dove indovinerà, più che vederla, la macchia scura di una porta. Una volta, a scuola, ha imparato che guardando intensamente una supericie colora, quando si distoglie lo sguardo resta impressa nelle pupille una macchia luminosta del colore esattamente complementare a quello fissato in precedenza.