Bambini, ragni e altri predatori

di Eraldo Baldini - euro 13,00 - pagine 289 - Einaudi Editore

Per trovare storie raccapriccianti, creature maligne o mostri sanguinari non c'è bisogno di andare nel Maine di Stephen King, è sufficiente spostarsi nella Pianura Padana, con le sue paludi piene di segreti, le nebbie invernali, i boschi degli Appennini e perfino le rinomate spiagge romagnole. Sono i 16 racconti che fanno parte di questa antologia creata da Eraldo Baldini, maestro dell'horror nostrano che racconta con grande stile gli orrori della sua terra, Baldini è infatti di Ravenna, tra superstizioni e leggende, incubi antichi e moderni.

Filo conduttore di quasi tutti i racconti è la presenza dei bambini, spesso vittime innocenti ma a volte anche mostri inquietanti. Tra i vari titoli del libro: "Pesca grossa" è la curiosa gara annuale che viene disputata da vari pescatori; "La solitudine di Medusa" è la triste storia di una ragazzina figlia sua malgrado di un fascista; "Affetti familiari" narra la vicenda di un uomo vittima di strani dolori allo stomaco; "Spiaggia privata" è la bella e inquietante storia di una bambina che vaga in una spiaggia deserta; "La Croce del Drago" è un antichissimo monumento che sorge sul terreno di un agricoltore; "Il Carognone" è un maiale nato senza coda che si dice sia figlio del Diavolo; "Gli amici di Sara" è il suggestivo racconto degli gnomi che abitano nei colli bolognesi; il protagonista di "Nebbia grigia e galline nere" si perde in mezzo la nebbia per finire in una situazione da incubo; "L'Uccisore" racconta la vita di un ragazzino tedesco che diventa una spietata SS alle prese con i partigiani, la fine della guerra non porrà fine però al suo odio verso gli italiani. Questi e altri racconti fanno parte di "Bambini, ragni e altri predatori", un libro che ancora una volta conferma quanto l'horror italiano sia in ottima salute. Da leggere! Voto: 9

Incipit (dal racconto "Come gli indiani")
Dall'alto dell'argine lo sguardo può spaziare lontanissimo sulla campagna. E' un mare verde, bianco e rosa; al grano fitto e alto già qualche spanna si alternano le distese colorate dei frutteti in fiore. Qualche macchione di alberi si ammassa scuro qua e là, come un enorme animale che dorme o che sta in agguato, gli spaventapasseri a braccia aperte sono fermi come sentinelle instancabili e solitarie, e i tetti delle fattorie luccicano nel silenzio increspato appena dei fruscii del vento, dal chiacchierare degli uccelli e dall'abbaiare lontano di qualche cane.
Man mano che il sole si fa più alto in cielo, la temperatura cresce a fa sudare.
Sono in cammino da tre ore, ormai, e l'avvicinarsi della città è misurabile dallo stagliarsi più netto dei campanili. Tanti campanili, tantissimi: ma quante chiese ci sono? E quanta gente ci va, in quelle chiese?
Enrico cerca nella tasca, trova un biscotto e comincia a mangiarlo. E' duro, crocchia sotto i denti e non fa che aumentargli l'appetito. Dev'essere quasi mezzogiorno, e ha gran voglia di mettere mano al pane, formaggio e salame che tiene nella bisaccia; però il programma è di fermarsi a mangiare tutti insieme, i sette i bambini e l'uomo che li accompagna.