Stirpe di lupo

di Harold Warner Munn - pagine 96 - euro 0,52 - Gruppo Newton

Da secoli, i membri di un'antica famiglia sono perseguitati dal "Signore": un essere malvagio che possiede terribili poteri. Costui, oltre ad essere la principale causa degli eventi catastrofici della storia umana, in origine, era un alieno sceso su Babilonia, reso schiavo dalla maledizione di una strega. Unico scopo del "Signore" è distruggere i discendenti della donna, che con il suo maleficio, lo ha imprigionato per sempre sulla terra.

"Stirpe di lupo" è un racconto che attinge a piene mani dalla letteratura horror classica spaziando dal vampirismo alla licantropia, dal satanismo ai testi "proibiti" di Lovecraft. Il romanzo, malgrado sia in alcune parti alquanto confuso, risulta essere godibile e avvincente soprattutto nella fase finale della storia. Voto: 7,5

Incipit
Il tempo, sebbene sia giugno, è brutto come fosse dicembre. Nessuno ricorda un tempo simile in questa stagione. E' ancora più strano, visto che siamo in missione per il nostro Signore, e deve esserci qualche ragione per quel che è accaduto. (Lettera del Duca di Medina Sidonia a Filippo II, Re di Spagna, da Coruna.)
Dio ha fatto soffiare i venti, ed essi ci hanno dispersi! (Iscrizione su medaglie coniate per commemorare la sconfitta dell'Armada.)
Tutto il girono la Santa Ysabel, dilaniata dalle pallottole, aveva navigato alla deriva nella Manica: i suoi ponti, armati di uno scarso equipaggio, erano un ammasso di cadaveri. All'avvicinarsi della notte, il galeone, insieme alla navi superstiti di quelle che una volta era la Grande Armada, si preparava ancora a resistere e lottare.
La battaglia fu breve e letale. Di nuovo la piccola nave degli attaccanti inglesi manovrò più agilmente dei goffi vascelli spagnoli. Di nuovo la scarica obliqua di palle incatenate e la grandine di pallottole dei falconi, dei falconetti, e dei moschetti, seminò la distruzione sui tre ponti dell'alto galeone. Gli ombrinali si arrossarono di nuovo durante la scarica di colpi, come se la struttura stessa del vascello sanguinasse.
Era l'anno di Nostro Signore 1588. Il giorno era il 9 agosto, e la scena, la battaglia di Gravelines.
La battaglia era avvenuta mentre le navi spagnole fuggivano e le inglesi le inseguivano. Medina Sidonia aveva sperato sino alla fine di riunirsi al Granduca di Parma e di avere i rinforzi, ma i brulotti e gli scoppi avevano disperso la sua flotta, e il fuoco mortale dei rapidi vascelli corsari inglesi aveva falciato i soldati delle sue goffe navi piene di truppe. Quei galeoni, che un tempo sovrabbondavano di uomini, ora correvano il pericolo di sbattare contro le scogliere per mancanza di mani abili.
La battaglia di Gravelines si svolgeva lontano da Parma. La formazione ad aquila, che era stata tanto utile nella battaglia di Lepanto, veniva ancora mantenuta. I pesanti galeoni costituivano il centro, le navi più leggere - comprese le galeazze - erano le ali, e le navi cariche di truppe fungevano da coda del grande uccello da combattimento.