Le montagne della follia - Howard P. Lovecraft

di Howard P. Lovecraft - pagine 96 - euro 0,52 - Gruppo Newton

Alcuni scienziati, durante una spedizione nell'Antartide, scoprono degli antichissimi reperti archeologici che sconvolgono totalmente le leggi della scienza. Questi fossili infatti, risalenti all'epoca primordiale della vita, sono i resti di un'antica razza aliena giunta dalle profondità più oscure dello spazio per colonizzare la Terra. Gli scienziati impareranno a proprie spese che ciò che sembra morto ed estinto è solo addormentato...

"Le montagne della follia" è un'altra straordinaria opera dell'immortale Lovecraft che ancora una volta ci descrive, in modo superbo, la sua personale concezione cosmica attraverso un incubo visionario ed agghiacciante. Voto: 8,5

Incipit
Mi sento obbligato a parlare perchè gli scienziati si sono rifiutati di seguire i miei avvertimenti senza sapere perchè. Ed è contro la mia volontà che spiegherò le mie ragioni per essermi opposto alla proposta invasione dell'Antartico, all'avventata caccia di fossili, ed alla perforazione ed allo scioglimento dell'antica calotta di ghiaccio. E sono ancora più riluttante poichè questi miei avvertimenti potranno anche risultare del tutto vani.
Sarà inevitabile nutrire dei dubbi su dei fatti per me reali, quando li rivelerò, ma se eliminassi dal mio racconto tutto quello che può apparire stravagante ed incredibile, non rimarrebbe più nulla. Le fotografie finora rifiutate dal buon senso, sia quelle normali che quelle aeree, potranno testimoniare a mio favore in quanto sono assolutamente vivide ed eloquenti. Tuttavia penso che verranno messe in dubbio a causa della grande abilità raggiunta da alcuni furbi falsificatori. I disegni a penna, naturalmente, verranno scherniti e tacciati di inganno evidente, malgrado la singolarità della tecnica che gli esperti d'arte dovrebbero considerare, e su cui dovrebbero interrogarsi.
Dovrò quindi dipendere dal giudizio e dall'atteggiamento di quei pochi scienziati che hanno, da un lato un'autonomia sufficiente di pensiero per valutare i miei dati - o con i loro metodi odiosamente convincenti oppure sulla base di certi cicli mitici primordiali ed altamente scocertanti - e, dall'altro, un'influenza sufficiente per cercare d'impedire l'esplorazione, in base a qualsiasi programma avventato o estremamente ambizioso, di quella regione compresa tra le Montagne della Follia.
E' un fatto assai riprovevole che uomini relativamente poco conosciuti come me ed i miei colleghi, legati solo ad una piccola Università, abbiano così poche possibilità di imporre la propria idea circa delle questioni estremamente bizzarre oppure altamente controverse.
Inoltre, lavora contro di noi il fatto di non essere degli specialisti, nel senso più stretto del termine, nei campi nei quali ci trovammo ad operare.