Il libro dei morti viventi

di C. McConnell, R. Laymon, R. Campbell, S. King, P. Nutman, E. Bryant, S. Rasnic Tem, G. Vasey, L. Daniels, D.E. Winter, S.R. Boyett, N. Royle, J.R. Lansdale, B. Hodge, D.J. Schow, R.R. McCammon - pagine 462 - euro 8,26 - Tascabili Bompiani

Cosa accadrebbe se improvvisamente i morti uscissero dalle loro tombe e cominciassero a divorare i vivi? Ogni istituzione crollerebbe; la morte, il caos e la violenza regnerebbero sovrani in un mondo da incubo. Questo è il succo dei 16 racconti de "Il libro dei morti viventi", un omaggio al grande regista George Romero, creatore degli zombi e di tutto ciò che ne segue.

Tra i vari racconti citiamo: "La mensa" di Richard Laymon, dove un serial killer affronta le donne che ha ucciso; "Parto in casa" di Stephen King descrive la vita degli abitanti di un'isola alla prese con la resurrezione dei morti; i medici di "Corpi e teste" di Steve Rasnic cercano di studiare gli zombi; "I pezzi migliori" di Les Daniels descrive le raccapriccianti avventure di un morto vivente ciccione; il protagonista di "Vermone e figli di Jerry" si adatta alla nuova realtà divorando i morti; nello splendido e grottesco "Rischiamorto" di Brian Hodge, uno showman in declino conduce un quiz televisivo seguito esclusivamente dagli zombi. Sangue, azione, cannibalismo e violenza estrema non mancano di certo in questa antologia, gli appassionati dei film di Romero e del genere splatter non potranno che apprezzarla. Voto: 8,5

Incipit (dalla prefazione di George Romero)
Fu nel 1967 che vidi il mio primo cadavere ambulante. Ero un regista squattrinato e insieme ad altri squattrinati che lavoravano nel cinema vivevo a Pittsburgh, Pennsylavania. Ricordo che una volta qualcuno mi chiese: "Se vuoi fare dei film, com'è che te ne stai a Pittsburgh? Cioè... non è che sia proprio Hollywood."
"No," risposi, "non lo è neanche per idea. E' proprio per questo che mi piace qui. E poi, Hollywood non è l'unico posto dove i morti possano camminare. Nossignore. In quelle occasioni rare e soprannaturali in cui i morti decidono di alzarsi e camminare, vanno in ogni dannatissimo posto in cui gli vada di andare."
Avevo visto cadaveri ambulanti nei fumetti dell'orrore degli anni Cinquanta della E.C. e nei film, ma non ne avevo mai visto uno in, bè... carne e ossa. Almeno non fino a quella estate del '67. Quell'estate ne vidi moltissimi vicino a Evans City (sempre in Pennsylvania), a pochi chilometri da Marte. Io e i miei amici, i tipi squattrinati di cui dicevo prima, li riprendemmo per il cinema. Nella primavera del '68 quelle riprese furono mostrate al pubblico. E' probabile che le abbiate viste. Le hanno viste in parecchi. I miei amici e io fummo (e lo siamo ancora) molto soddisfatti di come vennero accolte quelle riprese.
Vidi camminare ancora i morti nel 1978. Li vidi camminare ancora una volta nel 1984. Ognuna di quelle volte, io li ripresi. E anche quei film, come il primo, furono proiettati in pubblico. Il pubblico - o almeno una certa parte di esso - sembra nutrire un certo interesse per i morti viventi.
Non molto tempo fa stavo parlando con due amici, John Skipp e Craig Spector, che mi suggerirono che se i morti camminavano a Pittsburgh, probabilmente camminavano anche da altre parti. Dopo tutto, chiunque - o qualunque cosa - faccia camminare i morti non si sarà certo preso il disturbo di terrorizzare solamente gli abitanti di Pittsburgh. Questi avvenimenti tendono a essere qualcosa di più che semplici fenomeni locali. "Forse possiamo trovare delle storie di prima mano in altre parti del mondo," dissero. "Se riusciamo a riunirne abbastanza potremmo pubblicare un libro. Un... Libro dei Morti."
Mi ricordai di una convesazione del 1968. "Vanno in ogni dannatissimo luogo in cui gli piaccia andare."
Ero stato proprio io a pronunciare quelle parole con tanta spavalda sicurezza? Oddio. Ero così giovane, allora, così ingenuo. Pronto ad ammettere che sapevo tutto dei morti. Pronto a ignorare le recriminazioni, le accuse della società. Ero anche orgoglioso di quello che stavo facendo, di ciò che dicevo. Allora i tempi erano diversi. Ah, gli anni Sessanta.
Ma questi sono gli anni Ottanta. Gli Ottanta egocentrici, diventa-ricco-e-sembra-in-salute-a-tutti-i-costi. Certo, pensai. Certo, ci sono delle storie là fuori. Ci devono essere. Ma cercare di trovarle... sembrava quasi impossibile. Così dissi ai miei amici: "Forza. Se riuscite a trovare qualcuno che sappia qualcosa dei morti viventi... qualcuno che sia pronto ad ammetterlo, voglio dire... mi mangio il cappello."
Non credevo che John e Craig sarebbero riusciti a scovare qualcosa. Pensavo che ci fosse poca gente là fuori che fosse a conoscenza dei movimenti dei morti, e che quei pochi, temendo il ridicolo, probabilmente si sarebbero chiusi a riccio se fossero stati avvicinati. Sono stupito dalla lista dei necrofili che hanno deciso di apparire in questo volume. Mi spiace per la derisione cui questi spiriti coraggiosi rischiano di andare incontro per aver ammesso la loro conoscenza di cose oltre la tomba. Infatti so, per esperienza, che là fuori ci sono anche persone pronte a giudicarli pazzi o in lega con il Diavolo. Porgo i miei ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato a queste pagine. Hanno rinnovato la mia fede e mi hanno fatto sentire... molto meno solo.
Ho scelto un berretto di lana, oro e nero. Va bene se aggiungo un pò di salsa di pomodoro?