Dalletenebre

di Patrizio Pacioni - pagine 452 - euro 15 - Effedue Edizioni

Vent'anni sono passati da quel giorno maledetto, quando un bambino innocente fu tratto in salvo dalle perfide mani dei Fratelli Neri, una potente e sanguinaria setta satanica. Oggi, nel presente, quel bambino è Maurizio Taviani, un giovane sacerdote che si ritrova di nuovo a combattere contro la terribile vendetta dei Fratelli Neri, in una movimentata avventura mozzafiato tra Roma e Parigi.

"DalleTenebre" è un'altra opera che conferma nuovamente, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, quanto sappiano essere in gamba, in questo genere letterario, gli autori di casa nostra.
Grazie ad una sapiente narrazione Patrizio Pacioni ha creato "DalleTenebre" un thriller ricco di colpi di scena che riesce a coinvolgere fin dalla prima pagina. Da leggere. Voto: 8

Incipit
Sotto la tonaca i preti portano scarpe nere, e calzini scuri di filo che arrivano fino sotto al ginocchio.
Soprattutto d'inverno è cosa buona che siano così lunghi, perchè l'aria fredda galleggia in basso rispetto a quella più tiepida, e strisciando sul marmo gelido delle navate, degli altari e delle sacrestie, si infila tra il pavimento e l'orlo della veste, e sale su...
A Maurizio non riesce ancora naturale sentirsi chiamare Don Maurizio.
Nè da parte dei suoi parrocchiani, nè dalle suore del convento delle Clarisse, dove dice messa ogni mercoledì, e nemmeno da se stesso.
Camminava svelto, attraversando in fretta una Piazza S. Pietro sferzata da una tramontana più tagliente che mai.
"Li vedi? I colonnati che partendo dalla basilica si chiudono su Piazza Leonina rappresentano le braccia della Chiesa, aperte nel primo caloroso saluto col quale la Santa Madre accoglie e stringe a sè i pellegrini che vengono a visitarla da ogni parte del mondo."
gli ha detto un giorno Padre Corrado (lui sì Don)
la guida spirituale che tanta parte ha avuto nella nascita delal sua vocazione.
E, assecondando la vocazione, a quell'abbraccio Maurizio si è lasciato andare, sentendosene protetto e gratificato per la maggior parte del tempo, ma qualche volta ("Dio mi perdoni!") anche inspiegabilmente oppresso.
Stringe il manico di una borsa di pelle tra le dita della mano destra, una di quelle vecchie borse che portavano in giro i medici condotti dei bei tempi andati.
Ce n'è stato uno così, una figura che emerge dalla cortina nebbiosa dei primi anni dell'infanzia, il dottore che curava suo padre naturale, Maurizio anche lui.
Anche questa sua borsa tintinna come l'altra del dottore di allora, ma al suo interno non ci sono medicine, ma un aspersorio, l'acqua e l'olio benedetti, e una stola viola.
Il necessaire completo per svolgere quel pio, triste sacramento conosciuto come Estrema Unzione.