Brandelli d'Italia

di Marco Crescizz - euro 2,99 - Delos Books

Quando il suo migliore amico muore, Alfredo Lit si trova catapultato in un mondo completamente nuovo, scoprendo all’improvviso che tutto quello che credeva vero è in realtà una finzione: la sua vita, il suo passato, forse anche il suo presente... Si trova così davanti alla scelta più difficile: chiudere gli occhi e continuare a vivere come ha sempre fatto, tenendo per buone le poche informazioni in suo possesso e affrontando un giorno alla volta, oppure intraprendere un viaggio alla scoperta di se stesso e della realtà che lo circonda, con l’unica certezza che tutte le sue certezze saranno spazzate via, una dopo l’altra?
In un’Italia post-apocalittica, governata da un dittatore presunto illuminato, Alfredo dovrà fare i conti con un cammino irto di pericoli, ma dovrà innanzitutto affrontare la tenebra che abita dentro di lui.
Politicamente scorretto: sono le due parole che mi sono apparse in testa man mano che procedevo nella lettura. Si parla di una dittatura papale, di pulizia etnica, di clonazione...
La regola numero uno per affrontare questo libro è non avere preconcetti ed essere pronti a farsi sorprendere. La regola numero due è avere uno stomaco forte (ma che ve lo dico a fare? Voi siete abituati a tutto!) perché assisterete a pestaggi, squartamenti, torture, vivisezioni e chi più ne ha più ne metta.
Sesso e sangue: sono o non sono i due ingredienti fondamentali per vendere qualcosa?
Qui ci sono entrambi.
Belle donne (che si spogliano), uomini di potere (che combattono) e scene splatter dietro ogni angolo. Insomma, non esattamente gli ingredienti che preferisco, ma devo ammettere che funzionano.
Veniamo alla trama. Una vicenda quanto mai attuale, pur se ambientata in un futuro post-apocalittico, in cui il diverso viene eliminato oppure relegato ai margini della società, e in cui chi detiene la conoscenza (e i mezzi di comunicazione) detiene il potere e controlla tutti gli altri. Una vicenda che parla di un destino (segnato?), della crescita di un uomo, che partendo da un passato ignoto cerca di capire in quale direzione muoversi verso un futuro del tutto incerto. In definitiva anche un romanzo di formazione - uno dei generi che preferisco.

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CHI HA PAURA DEI CAPELLI?
Agnese soffre di tricofobia, la paura irrazionale di capelli e peli. La sua vita viene sconvolta da una serie di avvenimenti, disgustosi e macabri, che la conducono in un vortice di paranoia e delirio. Scopri Tricofobia, l'innovativo horror scritto da Ramsis D. Bentivoglio. Disponibile in ebook e cartaceo entrambi arricchiti con 25 illustrazioni.

I capitoli brevi e serrati mantengono alto il ritmo della narrazione. La storia si muove avanti e indietro nel tempo, ma i flashback sono evidenziati in maniera chiara: questo aiuta a creare suspense e ad evitare confusione. Le diverse sezioni del romanzo sono caratterizzate ognuna da un tema di fondo, che dà al lettore un’utile chiave interpretativa sin dal titolo.
Su cosa cade? Non sempre le scene di azione sono coerenti e ben strutturate, come i dialoghi, parte dolente di tanti romanzi. Qua e là qualche tassello della storia risulta poco chiaro e il lettore necessiterebbe di ulteriori spiegazioni. Ho trovato qualche refuso e qualche imprecisione, dovuta forse a precedenti stesure, ma nel complesso la trama fila e lo stile senza fronzoli, improntato sull’azione, tiene incollati alla poltrona.
Infine, mi duole dirlo, i personaggi femminili non sono proprio granché: mancano di spessore e non ci sono delle figure realmente positive. L’unica potrebbe essere Eva, la fidanzata del protagonista, ma ha un ruolo marginale, poco più che un manichino con un bel viso e unghie laccate. Peccato! Anche nel futuro, il maschilismo sembra non avere nessuna intenzione di morire.
Di sicuro questa è una storia che sta in piedi, che vuole divertire il lettore, ma non rinuncia a porre interrogativi e soprattutto, come tutta la buona fantascienza, non ha paura di fare domande scomode.
Insomma, mettetevi scomodi e andate a vedere cosa resta dell’Italia!
Voto: 7,5
[Blackstar]

Incipit
Martedì 16 Dicembre. Il funerale
Alfredo se ne stava seduto a gambe incrociate sull’erba secca, la schiena poggiata contro lo scheletro di un melograno che spuntava come un artiglio dal giardino della sua villetta. Con la mano destra stringeva una bottiglia di limoncello, con la sinistra carezzava la testa recisa del suo migliore amico.
Tibbuth era morto ventiquattr’ore prima e ora gli amici di Alfredo ne stavano seppellendo il corpo a pochi metri da lui. Dario, il suo coinquilino, ed Egidio, il suo datore di lavoro, stavano scavando una fossa esattamente all’angolo opposto a quello in cui lui si stava sbronzando, oltre il piccolo sentiero polveroso che conduceva all’ingresso. Eva, la sua ragazza, e le amiche Gloria e Alba reggevano ciascuna un ombrello rosa per riparare gli uomini dal sole cocente. Nell'aria non si alzavano preghiere, né lamenti, nessuno diceva niente: l’unico suono era il grattare sommesso delle pale che cozzavano contro quell'arida distesa color ocra.



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